Pensieri lenti e veloci

Analisi e approfondimenti dal punto di vista dell'investitore

Pensieri lenti e veloci” è il libro più conosciuto tra quelli scritti dal premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman e quale miglior occasione di evidenziarne l’utilità per gli investitori finanziari, dato che offre un’ampia panoramica dei processi decisionali e svela le trappole cognitive che possono portare a scelte finanziarie errate.
Per un investitore, comprendere questi meccanismi è fondamentale per gestire al meglio le proprie risorse, mitigare i rischi e prendere decisioni più consapevoli.

Il Nucleo del Libro: Sistema 1 e Sistema 2

Kahneman introduce il concetto di due sistemi mentali:

  • Sistema 1: Veloce, intuitivo, emotivo. Agisce in modo automatico basandosi su euristiche, scorciatoie mentali utili per decisioni rapide ma soggette a errori.
  • Sistema 2: Lento, razionale, analitico. Richiede sforzo cognitivo e viene attivato per decisioni complesse.

Per gli investitori: Spesso il Sistema 1, guidato da emozioni come paura e avidità, può indurre a decisioni impulsive e controproducenti. Imparare a riconoscere e mitigare l’influenza del Sistema 1 è cruciale per un investitore.

Capitoli Rilevanti per l'Investitore Finanziario e Concetti Chiave

Di seguito, una selezione di capitoli particolarmente significativi per gli investitori, con una sintesi dei concetti chiave:

  • Bias Cognitivi: il libro esplora i bias, distorsioni sistematiche del pensiero, che possono influenzare le decisioni finanziarie. Esempi:
    • WYSIATI (What You See Is All There Is): tendenza a prendere decisioni basandosi solo sulle informazioni disponibili, ignorando quelle mancanti. Per l’investitore: Importanza di ricercare informazioni complete prima di investire.
    • Disponibilità: eventi recenti o facilmente ricordabili vengono percepiti come più probabili, influenzando la percezione del rischio. Per l’investitore: Evitare di farsi influenzare da notizie sensazionalistiche o eventi isolati.
    • Ancoraggio: le decisioni vengono influenzate da un punto di riferimento iniziale, anche se non rilevante. Per l’investitore: essere consapevoli di come le informazioni vengono presentate e non farsi influenzare da prezzi o previsioni arbitrarie.
  • Euristiche: il libro analizza le euristiche, scorciatoie mentali che semplificano decisioni complesse ma possono portare a errori. Esempi:
    • Euristica della rappresentatività: classificare un’opportunità di investimento basandosi su somiglianze superficiali con investimenti passati, ignorando altri fattori. Per l’investitore: valutare attentamente tutti gli aspetti di un investimento, senza affidarsi solo a esperienze precedenti.
    • Effetto framing: la formulazione di un problema influenza la decisione, anche se il risultato è lo stesso. Per l’investitore: essere critici nel valutare le informazioni e cercare di inquadrare le opportunità di investimento da diverse prospettive.
  • Avversione alla Perdita: le persone sono più sensibili alla paura di perdere che alla speranza di guadagnare. Per l’investitore: comprendere come l’avversione alla perdita influenza le decisioni, come la tendenza a vendere troppo presto i titoli vincenti e mantenere troppo a lungo quelli in perdita.
  • Ottimismo e Eccesso di sicurezza: l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità può portare a sottovalutare i rischi e a sopravvalutare le proprie conoscenze. Per l’investitore: mantenere un atteggiamento umile e realistico, riconoscendo i limiti delle proprie previsioni.

Prendendo quindi spunto dal libro “Pensieri lenti e veloci” si ottiene una preziosa chiave di lettura per comprendere i processi decisionali, in particolare per quanto riguarda l’ambito finanziario. Per gli investitori, la conoscenza dei bias, delle euristiche e delle trappole della mente descritte da Kahneman rappresenta un vantaggio competitivo, permettendo di prendere decisioni più consapevoli, razionali e, in definitiva, più profittevoli.
Nei prossimi articoli si cercherà di entrare più nel dettaglio con aneddoti ed esempi di vita quotidiana e scelte tra varie opzioni che aiutano a capire come a volte l’approccio del pensiero sia fallace nella sostanza, contrariamente alla convinzione di cogliere la soluzione migliore.

Ecco un elenco di capitoli e paragrafi da attenzionare, alcuni concetti potranno essere a volte impegnativi, ma di sicuro interesse per gli amanti della psicologia che sta dietro alle valutazioni dell’investitore, per nulla scontati e banali:

Parte I: I Due Sistemi

  • Capitolo 1: I personaggi della storia: Introduce i concetti di Sistema 1 (pensiero veloce, intuitivo) e Sistema 2 (pensiero lento, razionale) e come questi interagiscono nelle nostre decisioni, anche quelle finanziarie.

Parte II: Euristiche e bias

Questa sezione è fondamentale per gli investitori. Esplora le scorciatoie mentali (euristiche) utilizzate per semplificare situazioni complesse e i bias cognitivi che ne derivano, distorsioni sistematiche che conducono a errori di giudizio e decisioni irrazionali.

  • Capitolo 2: L’attenzione e lo sforzo: Spiega come il Sistema 2, che richiede sforzo cognitivo, venga spesso scavalcato dal Sistema 1, più impulsivo. Per l’investitore: Essere consapevoli di questo meccanismo è fondamentale per non cedere a decisioni affrettate.
  • Capitolo 4: Il meccanismo associativo: Illustra come la nostra mente crei connessioni tra idee ed eventi, influenzando la nostra percezione della realtà. Per l’investitore: Comprendere come le associazioni mentali (ad esempio, tra un’azienda e il suo settore) possano influenzare le nostre valutazioni.
  • Capitolo 5: La fluidità cognitiva: Analizza come la facilità con cui elaboriamo informazioni influenzi la nostra fiducia nei giudizi. Per l’investitore: Diffidare di informazioni troppo semplici o facili da elaborare, potrebbero nascondere insidie.
  • Capitolo 10: La legge dei piccoli numeri: Spiega come tendiamo a trarre conclusioni affrettate da campioni di dati limitati. Per l’investitore: Non basare le decisioni su un numero esiguo di casi o esperienze personali, ma cercare dati statistici solidi.
  • Capitolo 11: Ancore: Illustra come un punto di riferimento iniziale, anche se arbitrario, possa influenzare le nostre stime. Per l’investitore: Essere consapevoli dell’effetto ancoraggio quando si valutano prezzi, previsioni di mercato, ecc.
  • Capitolo 12: La scienza della disponibilità: Spiega come la facilità con cui ricordiamo esempi di un evento influenzi la nostra percezione della sua probabilità. Per l’investitore: Evitare di farsi condizionare da notizie recenti o facilmente ricordabili, che potrebbero distorcere la percezione del rischio.
  • Capitolo 14: Tom W. Illustra l’euristica della rappresentatività, ossia la tendenza a valutare la probabilità di un evento in base alla sua somiglianza con uno stereotipo. Per l’investitore: Evitare di basare le decisioni di investimento su stereotipi o su somiglianze superficiali con altri casi.
  • Capitolo 17: Regressione verso la media: Spiega come, dopo un evento eccezionale, sia più probabile un ritorno a valori medi. Per l’investitore: Comprendere la regressione verso la media per evitare di attribuire eccessiva importanza a performance passate straordinarie (positive o negative).
  • Capitolo 19: L’illusione di comprensione: Analizza come tendiamo a costruire narrazioni coerenti per spiegare eventi passati, sopravvalutando la nostra capacità di previsione. Per l’investitore: Riconoscere i limiti della propria capacità predittiva ed evitare di farsi ingannare da facili illusioni di controllo.
  • Capitolo 20: L’illusione di validità: Illustra come la sicurezza nelle proprie capacità predittive non sia sempre correlata all’accuratezza delle previsioni. Per l’investitore: Mantenere un sano scetticismo verso le proprie previsioni e quelle degli altri, soprattutto se basate su intuizioni o su un’eccessiva fiducia in sé stessi.
  • Capitolo 27: L’effetto dotazione: Spiega come tendiamo ad attribuire un valore maggiore a ciò che possediamo, solo per il fatto di possederlo. Per l’investitore: Essere consapevoli di questo effetto per evitare di rimanere ancorati a investimenti in perdita solo per la riluttanza a venderli.

Parte III: L’eccessiva sicurezza

  • Capitolo 21: Intuizioni contro formule: Confronta il giudizio intuitivo con quello basato su algoritmi e regole statistiche, evidenziando i vantaggi di quest’ultimo in termini di accuratezza predittiva. Per l’investitore: Considerare l’utilizzo di modelli quantitativi e strategie di investimento basate su regole per mitigare l’influenza di bias ed emozioni.
  • Capitolo 24: La fallacia della pianificazione: Spiega come tendiamo a essere eccessivamente ottimisti nella pianificazione, sottovalutando tempi, costi e rischi. Per l’investitore: Adottare un approccio più realistico nella valutazione delle opportunità di investimento, considerando i possibili ostacoli e imprevisti.

Parte IV: Le scelte
Questa sezione è cruciale per comprendere come prendiamo decisioni in condizioni di incertezza.

  • Capitolo 26: La prospect theory: Introduce la prospect theory, un modello alternativo alla teoria dell’utilità attesa che descrive come le persone prendono decisioni in situazioni di rischio, tenendo conto dell’avversione alla perdita e della ponderazione distorta delle probabilità. Per l’investitore: Comprendere come la prospect theory spieghi comportamenti finanziari come l’eccessivo trading o la tendenza a vendere troppo presto i titoli vincenti.
  • Capitolo 29: Lo schema a quattro celle: Analizza le diverse reazioni al rischio in base al fatto che si tratti di potenziali guadagni o perdite e che le probabilità siano elevate o basse. Per l’investitore: Riconoscere i propri schemi di comportamento nelle diverse situazioni per prendere decisioni più consapevoli.
  • Capitolo 32: Segnare i punti: Spiega come spesso le decisioni finanziarie siano guidate dalla ricerca di conferme positive al proprio ego piuttosto che dalla massimizzazione del profitto. Per l’investitore: Essere consapevoli di questo meccanismo per evitare di prendere decisioni irrazionali motivate da orgoglio o paura di ammettere i propri errori.
  • Capitolo 34: I frame (cornici) e la realtà: Illustra come la formulazione di un problema possa influenzare le nostre scelte, anche a parità di risultato atteso. Per l’investitore: Essere critici nel valutare come le informazioni finanziarie vengono presentate, cercando di inquadrare il problema da diverse prospettive.

Parte V: I due sé

  • Capitolo 36: La vita come storia: Spiega come la nostra memoria degli eventi sia influenzata da picchi emotivi e dalla conclusione dell’esperienza. Per l’investitore: Essere consapevoli di come la memoria selettiva possa distorcere la valutazione di esperienze finanziarie passate.
  • Capitolo 38: Riflessioni sulla vita: Analizza la discrepanza tra le nostre esperienze reali e il modo in cui le ricordiamo, e come questa influenzi la nostra percezione della felicità. Per l’investitore: Riflettere su come le proprie esperienze finanziarie (positive e negative) vengano elaborate dalla memoria e come questo possa influenzare le scelte future.

Il Sistema 1 e il Sistema 2: una mente in due

La nostra mente funziona in due modi, come due sistemi distinti: il Sistema 1 e il Sistema 2.

Il Sistema 1 è primitivo, automatico e inconsapevole. È sempre attivo, impulsivo e veloce, influenzato dalle emozioni e dall’intuito. Gestisce più compiti contemporaneamente, richiede poca energia e attribuisce un significato immediato a tutto ciò che ci circonda.

Il Sistema 2 è l’opposto. Consapevole, razionale e metodico, è lento e richiede molta energia. Non può gestire più processi contemporaneamente e non è in grado di controllare completamente il Sistema 1. Inoltre, è pigro e si attiva solo se incentivato o se il Sistema 1 fornisce una risposta sbagliata.

La pigrizia del Sistema 2 è evidente in situazioni come il problema della palla e della mazza da baseball. Il Sistema 1 fornisce una risposta rapida e intuitiva, ma errata. Il Sistema 2, se non sollecitato, non si attiva e non corregge l’errore.

Il Sistema 1 è facilmente influenzabile e può essere manipolato tramite lo storytelling. Mentre il Sistema 2 è impegnato nella logica della storia, il Sistema 1 viene influenzato dalla morale. La stanchezza, l’ubriachezza e lo sforzo mentale indeboliscono il Sistema 2, rendendo il Sistema 1 più vulnerabile.

In sostanza, la nostra mente non è così razionale come potremmo pensare. Il Sistema 1, seppur primitivo, ha un grande potere e può influenzare le nostre decisioni in modo significativo.

Esempi pratici dal punto di vista dell’investitore: differenze tra S1 ed S2

Esempio 1: Investire in una Bolla Speculativa (Sistema 1)

Quando i mercati salgono rapidamente, c’è spesso un forte impulso a “non restare indietro”, specialmente quando si percepisce che il prezzo di un asset (come le criptovalute o le azioni di una startup di tendenza) continua a crescere. In questa situazione, il Sistema 1 entra in gioco con decisioni impulsive, influenzate dalle emozioni (come il desiderio di non perdere un’opportunità) e dall’intuizione (pensando che “se tutti lo stanno facendo, deve essere giusto”).
Pratica: L’investitore può comprare azioni o criptovalute semplicemente perché vede altri farlo, senza un’analisi approfondita dei fondamentali. Questa è una reazione automatica e rapida che fa affidamento sul sistema intuitivo del cervello.
Errore tipico: L’investitore ignora segnali razionali (come il fatto che il prezzo stia salendo in modo insostenibile) e si lascia guidare dalla paura di perdere un’opportunità, non attivando il Sistema 2 per un’analisi più profonda.

Esempio 2: Valutazione di un Investimento Complesso (Sistema 2)

Quando si deve decidere se acquistare o vendere un investimento che non è immediatamente ovvio (come un’obbligazione corporate a lungo termine o un ETF diversificato), il Sistema 2 dovrebbe essere attivato. L’investitore ha bisogno di riflettere, analizzare i dati finanziari, confrontare scenari e considerare fattori come i tassi di interesse, l’andamento del settore e la valutazione complessiva.
Pratica: Un trader o un investitore esamina in modo metodico i bilanci, i flussi di cassa e le previsioni economiche. Solo dopo aver elaborato tutti questi dati in modo sistematico attiva il Sistema 2 per giungere a una decisione informata, che può comportare l’acquisto o la vendita di un asset.
Errore tipico: L’investitore potrebbe essere tentato di semplificare la questione affidandosi solo a intuizioni rapide o a raccomandazioni di “esperti” (Sistema 1), ignorando un’analisi più approfondita che il Sistema 2 potrebbe suggerire.

Esempio 3: Reazione alle Perdite (Sistema 1 vs Sistema 2)

Immagina un trader che ha appena subito una perdita significativa su una posizione. Il Sistema 1, primitivo e emotivo, tende a reagire impulsivamente cercando di “recuperare” la perdita il più rapidamente possibile, magari aprendo nuove posizioni rischiose senza un’adeguata analisi, nel tentativo di minimizzare il dolore psicologico della perdita.
Pratica: Un trader che ha perso denaro potrebbe essere tentato di entrare in una nuova operazione con l’idea di “recuperare subito” la perdita, senza prendere il tempo di analizzare la situazione o di sviluppare una strategia di rischio razionale (Sistema 2).
Errore tipico: La gestione delle emozioni gioca un ruolo cruciale in questo scenario. Il Sistema 1, spinto dalla paura e dalla frustrazione, può far prendere decisioni avventate che possono peggiorare ulteriormente la situazione. Il Sistema 2, che richiede una riflessione più razionale e il distacco emotivo, è in grado di esaminare il rischio in modo più sistematico.

Esempio 4: Effetto Ancoraggio nelle Valutazioni (Sistema 1)

L’effetto ancoraggio è un fenomeno psicologico in cui le decisioni di un investitore sono influenzate da informazioni iniziali, che fungono da “ancora”. Per esempio, un trader che vede una determinata azione a 100€ potrebbe considerarla “sottovalutata” se il prezzo è sceso a 90€, anche se la valutazione complessiva dell’azienda non giustifica quel prezzo.
Pratica: Se un investitore ha acquistato un’azione a 100€ e ora è scesa a 90€, il Sistema 1 potrebbe spingerlo a mantenerla nella speranza di recuperare il valore perso, ignorando un’analisi più approfondita sulla situazione dell’azienda o del mercato.
Errore tipico: L’ancoraggio può portare a decisioni irrazionali. Il Sistema 1 spinge a concentrarsi troppo sul prezzo di riferimento, mentre il Sistema 2 sarebbe necessario per esaminare i fondamentali dell’azienda e capire se è veramente il caso di mantenere l’investimento.

Esempio 5: Sfruttare lo Storytelling per Influenzare le Decisioni (Sistema 1)

Nel trading e negli investimenti, spesso si fanno raccomandazioni basate su storie o narrazioni attraenti, come quella di un’azienda che ha “cambiato il mondo” o di una criptovaluta che sta per “esplodere”. Queste storie possono manipolare il Sistema 1, che si lascia influenzare dalla narrativa emotiva.
Pratica: Un investitore potrebbe acquistare un’azione di una startup emergente perché ha letto una storia entusiastica su come potrebbe “cambiare il mercato” o “rivoluzionare” un settore, senza fare una valutazione critica.
Errore tipico: La narrativa può offuscare la logica e la razionalità. Il Sistema 1 può spingere a credere a una storia coinvolgente senza interrogarsi su dati oggettivi o rischi reali, mentre il Sistema 2 sarebbe più incline a chiedersi: “È davvero un investimento solido?”

In sintesi, comprendere il ruolo del Sistema 1 e del Sistema 2 nelle decisioni di investimento può aiutare gli investitori a fare scelte più informate, riducendo il rischio di cadere in errori emotivi o impulsivi. Mentre il Sistema 1 è veloce, ma spesso fallibile, il Sistema 2, se attivato, aiuta a prendere decisioni più ponderate e razionali.


Narrativa stereotipata, distorsione e obsolescenza nei mercati finanziari

Nel mondo dei mercati finanziari le narrative giocano un ruolo molto influente nelle decisioni di investimento. Tuttavia, quando queste storie diventano stereotipate o eccessivamente semplificate, possono portare a distorsioni nella percezione del mercato e, nel lungo termine, alla obsolescenza delle strategie adottate. Questo articolo esplora l’impatto delle narrative stereotipate sul comportamento degli investitori, sulle decisioni di trading e sulle dinamiche di mercato, mostrando come sia essenziale sviluppare un pensiero critico per evitare di cadere in queste trappole.

La narrativa stereotipata nei mercati finanziari

Una narrativa è una storia o un insieme di convinzioni che gli investitori utilizzano per interpretare il mondo finanziario, che possono emergere da analisi macroeconomiche, trend settoriali o esperienze passate di successo. Quando una narrativa si afferma, può diventare così radicata che gli investitori iniziano a trattarla come una verità assoluta.

Tuttavia, quando la stessa diventa stereotipata, cioè eccessivamente semplificata o ripetuta senza analisi critica, può distorcere la percezione della realtà. Un esempio classico è la convinzione che “i prezzi degli immobili aumentano sempre”. Durante la crisi finanziaria del 2008, molti investitori si basavano su questo pensiero condiviso, ignorando i segnali di una bolla speculativa in atto. La visione distorta ha contribuito al crollo dei mercati poiché i fondamentali economici non erano più allineati con le aspettative del mercato.

La distorsione della realtà finanziaria

Una narrativa stereotipata può influenzare negativamente il modo in cui gli investitori interpretano i dati finanziari. Quando una visione consolidata si impone, c’è il rischio che le informazioni contrarie vengano ignorate o minimizzate. Questo fenomeno è noto come bias di conferma (citato, oltre a numerosi altri bias, in un precedente articolo di questa testata) in cui gli investitori cercano inconsciamente dati che confermino la loro visione preesistente, ignorando quelli che la contraddicono.

Un esempio recente potrebbe essere il settore tecnologico, Nvidia tra tutti. Per anni, ed ancor più da novembre 2022 con l’esaltazione dell’Intelligenza Artificiale, la narrativa dominante è che le aziende tecnologiche siano destinate ad una crescita esponenziale. Molti investitori trascurano segnali di sopravvalutazione o problemi strutturali, poiché la narrativa della “crescita continua” sembra inattaccabile. Quando la realtà inizierà a cambiare – con regolamentazioni più stringenti, pressioni inflazionistiche e nuovi concorrenti – molti investitori verranno colti di sorpresa dal calo delle valutazioni.

L’obsolescenza delle strategie basate su narrative stereotipate

Le strategie di investimento che si basano su narrative obsolete o stereotipate rischiano di diventare inefficaci nel lungo termine, perché i mercati sono dinamici, influenzati da una serie di fattori che cambiano costantemente e quando gli investitori si aggrappano a vecchie idee, le loro strategie diventano rapidamente obsolete.

Un esempio concreto è rappresentato dalle cosiddette “blue chip”, ovvero azioni di aziende consolidate e tradizionalmente considerate sicure, per cui molti investitori continuano a credere che siano sempre una scelta oculata. Tuttavia, con l’avvento della rivoluzione digitale e di cambiamenti repentini, settori una volta dominanti potrebbero perdere competitività, rendendo obsoleta la strategia di puntare solo su determinati titoli o settori di appartenenza.

Effetti sul comportamento degli investitori

Le narrative stereotipate non influenzano solo le strategie, ma anche il comportamento psicologico degli investitori. Quando una storia viene ripetuta abbastanza spesso, gli investitori possono essere tentati di seguirla senza una valutazione critica, cadendo preda di quella che viene chiamata mentalità del gregge o parco buoi. Questo porta a decisioni irrazionali, dove il comportamento della massa prevale sulla logica individuale.

L’effetto può essere devastante, come ad esempio avvenuto durante la bolla delle dot-com nei primi anni 2000, la narrativa prevalente era che qualsiasi azienda legata a Internet fosse destinata a fare miracoli nelle tasche degli investitori che, spinti dall’entusiasmo collettivo, hanno trascurato di valutare i fondamentali aziendali, contribuendo alla creazione di una bolla speculativa che è inevitabilmente scoppiata.

Come evitare la distorsione e l’obsolescenza

Per evitare di cadere nelle trappole delle narrative stereotipate è essenziale adottare un approccio più critico e dinamico all’analisi di mercato:

  1. Valutare i fondamentali: basare le proprie decisioni su dati economici solidi piuttosto che seguire semplicemente le tendenze o le narrative popolari e anche quando sembra convincente, è importante analizzare attentamente i dati sottostanti.
  2. Mantenere la flessibilità: le strategie di successo nei mercati richiedono flessibilità ed essere pronti ad adattare le proprie tattiche quando i mercati cambiano, piuttosto che rimanere ancorati a idee obsolete.
  3. Diversificare le fonti di informazione: più è variegata la base di informazioni da cui si attinge, meno si rischia di essere influenzati da una singola narrativa, ascoltare opinioni diverse ed esplorare analisi alternative può aiutare ad evitare il bias di conferma.

Conclusioni

Le narrative stereotipate sono una forza potente nei mercati finanziari, ma quando non vengono messe in discussione possono causare distorsioni nella percezione e obsolescenza nelle strategie di investimento. Gli investitori più accorti sanno che l’analisi critica e la flessibilità sono essenziali per navigare con successo in un mercato in costante evoluzione, riconoscerne i limiti e adottare un approccio basato sui dati reali e sui cambiamenti di mercato può fare la differenza tra successo e fallimento nel lungo termine.


Risk Management negli investimenti finanziari

Il risk management negli investimenti finanziari è un processo fondamentale per identificare, analizzare e mitigare i rischi associati a diverse tipologie di asset, come azioni, obbligazioni, derivati, fondi/sicav, ETF e commodities. Questo processo varia in base all’orizzonte temporale dell’investimento, che può essere di una giornata, qualche settimana o qualche mese, infine anni, il cosiddetto lungo termine.

Orizzonte Temporale

  • Giornaliero: gli investitori a breve termine, come i day trader, devono monitorare costantemente i mercati. Rischi elevati sono associati a movimenti rapidi dei prezzi, mentre opportunità possono emergere da fluttuazioni quotidiane.
  • Settimanale: un orizzonte di qualche settimana permette di sfruttare tendenze a breve termine. Qui, il rischio è moderato, poiché si possono applicare strategie di stop-loss per limitare le perdite.
  • Mensile: gli investimenti a lungo termine tendono a ridurre il rischio complessivo, permettendo di capitalizzare le opportunità di crescita e gestire le fluttuazioni del mercato.
  • Diversi anni: il cosiddetto lunghissimo termine, molto più adottato nei mercati anglosassoni rispetto a quelli domestici.

Propensione al Rischio
La propensione al rischio di un investitore influisce sulla scelta degli asset:

  • Azioni: potenzialmente ad alto rendimento, ma con alta volatilità.
  • Obbligazioni: offrono rendimenti più stabili e sono meno rischiose.
  • Derivati: strumenti complessi che possono amplificare sia i guadagni che le perdite.
  • Fondi ed ETF: diversificazione che riduce il rischio rispetto all’acquisto di singole azioni.
  • Commodities: investimenti influenzati da fattori di mercato e geopolitici.

Teorie di Probabilità – accenni
Il rapporto rischio-rendimento è cruciale nella decisione d’investimento. La Teoria dei Giochi, la Teoria di Nash, La Teoria Gauss e molti altri studiosi statistici del passato sono solo alcuni esempi che offrono spunti per analizzare le interazioni strategiche tra investitori, evidenziando come le decisioni altrui possano influenzare il proprio profitto. Queste teorie aiutano a formulare strategie ottimali, considerando il comportamento degli altri investitori e le probabilità associate a scenari futuri.

In sintesi, il risk management è essenziale per un investimento consapevole, consentendo agli investitori di navigare tra rischi e opportunità in base alla loro propensione al rischio e all’orizzonte temporale delle proprie scelte finanziarie, oltre ad essere un elemento cruciale per massimizzare i guadagni e minimizzare le perdite. Le teorie di probabilità aiutano, forse meglio dire aiuterebbero gli investitori a prendere decisioni informate e a gestire i rischi in modo efficace, a cui andrebbe posta molta più attenzione di quanto attualmente risulta nella realtà, proprio perché l’aleatorietà degli investimenti è inalienabile, quindi bisogna anzitutto cercare di limitarne l’incidenza avversa, ancor prima del rendimento atteso.

Alcuni esempi, giusto a corollario per i neofiti…

Orizzonte Temporale

  1. Orizzonte Giornaliero
    – Esempio: un day trader acquista azioni di una società tecnologica a $100 e, dopo aver monitoratoil mercato, le rivende a $105 nel corso della stessa giornata. Il rischio è elevato, poiché piccoli movimenti di prezzo possono portare a guadagni o perdite significative. Se il titolo scende a $95, il trader potrebbe subire una perdita di $5 per azione.
  2. Orizzonte Settimanale
    – Esempio: un investitore compra un ETF che segue un indice di mercato. Dopo aver osservato una tendenza di crescita nei primi giorni della settimana, decide di vendere a $120, dopo aver acquistato a $115. Utilizzando uno stop-loss a $113, limita le perdite nel caso in cui il mercato si muova contro
    di lui.
  3. Orizzonte Mensile/pluriennale
    – Esempio: un investitore a lungo termine acquista obbligazioni a lungo termine con un rendimento annuo del 5%. Dopo sei mesi, decide di mantenere l’investimento, poiché prevede che i tassi di interesse rimarranno stabili. Qui, il rischio è più moderato, e il focus è sulla stabilità dei rendimenti

Propensione al Rischio

  1. Azioni
    – Esempio: un investitore con alta propensione al rischio acquista azioni di startup. Se la startup cresce rapidamente, il valore delle azioni può raddoppiare, ma se fallisce, l’investitore potrebbe perdere tutto. La selezione delle azioni richiede uno sforzo e un impegno non indifferenti e non è che una parte del lavoro da fare per estrapolare il miglior rapporto rischio/rendimento, al di là della casualità, che ha sì il suo ruolo significativo, ma appunto per questo motivo occorre ridurre al minimo. Due esempi di distruzione di valore: Telecom e MPS, rispettivi colossi che non riprenderanno mai più quanto perso rispetto alle quotazioni passate, fallite nella sostanza, ma quotate tutt’ora nella forma regolamentare, come se tutto fosse a posto e non fosse successo nulla.
  2. Obbligazioni
    – Esempio: un investitore prudente sceglie di acquistare obbligazioni statali/societarie a basso rischio. Anche se i rendimenti sono inferiori rispetto alle azioni, l’investitore ha la sicurezza di un flusso di reddito stabile.
  3. Derivati
    – Esempio: un trader investe in opzioni call su un titolo che crede aumenterà di valore. Se il titolo sale, il trader può guadagnare in modo significativo, tuttavia perde l’intero investimento nell’opzione se lo strike + il premio pagato non vengono superati dalla quotazione dell’azione a scadenza. La complessità dei derivati è meritevole di approfondimenti, questa è una semplificazione estrema di rischio calcolato a priori. Essendo i derivati degli strumenti a leva, spesso vengono usati non per limitare, bensì per amplificare il rischio, ecco spiegato perchè ritenuti pericolosi, appunto per  l’utilizzo improprio che se ne fa.
  4. Fondi e ETF
    – Esempio: un investitore moderato decide di investire in un fondo bilanciato, che contiene sia azioni che obbligazioni. Questa diversificazione aiuta a ridurre il rischio complessivo, poiché non dipende da un singolo asset, ma si tratta di una verità a metà, dimostrata in un approfondimento di un articolo precedente.
  5. Commodities
    – Esempio: un investitore acquista contratti long sul petrolio, in ogni caso strumenti rappresentativi del sottostante e non la commodity fisica, a meno che si tratti di un commerciante di petrolio attrezzato alla gestione dei barili reali, ritiro, trasporto, stoccaggio, consegna. Se il prezzo del petrolio sale, l’investitore realizza guadagni. Tuttavia, i fattori geopolitici possono influenzare drasticamente il prezzo, aumentando il rischio. Viceversa, è possibile coprirsi dal rischio di fluttuazione avversa ai propri interessi, utilizzando contratti forward, cioè contrattando prezzi fissati ad una determinata scadenza, forme assicurative per “blindare” il prezzo.

In conclusione, il risk management è essenziale per navigare nel mondo degli investimenti finanziari.


L'influenza dei bias cognitivi negli investimenti

E' interessante approfondire il concetto di bias cognitivi applicandoli, ad esempio, al decano “All Weather Portfolio” di Ray Dalio, un portafoglio noto per la sua diversificazione strategica principalmente tra azioni e obbligazioni, oltre a oro e materie prime (CRB index) con particolare attenzione al bilanciamento del rischio, ma soprattutto perché lo stesso ideatore critica i classici portafogli per il loro assunto errato, secondo cui la diversificazione sia statica ed a compartimenti stagni.

Di seguito una spiegazione dettagliata di ciascun bias comportamentale, con esempi specifici, su come possono influenzare le decisioni di investimento nel contesto di questo portafoglio.

 

Bias Cognitivi nell'Investimento: All Weather Portfolio di Ray Dalio

 

  1. Hindsight Bias (Bias del Senno di Poi)
  • Descrizione: tendenza a vedere eventi passati come prevedibili.
  • Esempio: dopo una crisi finanziaria, un investitore potrebbe pensare che i segnali di una recessione fossero evidenti e cambiare la propria strategia di asset allocation in modo drastico, ignorando la diversificazione dell’All Weather Portfolio che mira a resistere a qualsiasi condizione di mercato.
  • Impatto: questo bias può portare a decisioni reattive basate su eventi passati piuttosto che su analisi prospettiche, causando un'eccessiva focalizzazione su asset di breve termine e minando la strategia di lungo termine del portafoglio.

 

  1. Endowment Effect (Effetto Dotazione)
  • Descrizione: valutare più positivamente ciò che si possiede.
  • Esempio: un investitore potrebbe essere riluttante a ribilanciare il portafoglio vendendo obbligazioni a lunga scadenza che hanno performato bene in passato, nonostante le attuali condizioni di mercato indichino che è il momento di aumentare l'esposizione ad azioni o altre classi di asset.
  • Impatto: questo bias può impedire una corretta diversificazione e ribilanciamento del portafoglio, portando a un'esposizione eccessiva a singoli asset.

 

  1. Effetto Alone
  • Descrizione: attribuire qualità positive a una persona o entità basandosi su una caratteristica positiva.
  • Esempio: valutare positivamente tutte le azioni di una società tecnologica in portafoglio perché ha avuto successo in passato, ignorando segnali di sopravvalutazione o cambiamenti nelle dinamiche di mercato.
  • Impatto: può portare a mantenere asset sopravvalutati o in declino, aumentando il rischio di perdite.

 

  1. Bias dell'Attenzione Selettiva
  • Descrizione: focalizzarsi su alcune informazioni trascurando altre
  • Esempio: concentrarsi solo sui dati positivi delle performance passate delle azioni senza considerare i rischi emergenti come cambiamenti regolamentari o economici che potrebbero impattare negativamente.
  • Impatto: ignorare informazioni critiche può portare a decisioni sbagliate, come un'allocazione eccessiva in asset rischiosi senza considerare le necessarie coperture.

 

  1. Bias di Conferma
  • Descrizione: cercare solo informazioni che confermano le proprie convinzioni.
  • Esempio: un investitore convinto che le azioni tecnologiche continueranno a crescere potrebbe cercare solo analisi e previsioni che supportano questa tesi, ignorando segnali di una possibile bolla.
  • Impatto: può portare a una visione distorta del mercato e a decisioni d'investimento sbilanciate.

 

  1. Bias della Rappresentatività
  • Descrizione: giudicare basandosi su somiglianze con prototipi esistenti.
  • Esempio: presumere che una nuova azienda tecnologica avrà lo stesso successo di Apple o Google basandosi solo su somiglianze superficiali.
  • Impatto: questo bias può portare a investimenti basati su analogie piuttosto che su analisi fondamentali solide.

 

  1. Effetto Primacy
  • Descrizione: ricordare meglio le prime informazioni ricevute.
  • Esempio: basare le decisioni d'investimento su analisi iniziali di un'azione senza aggiornarsi con informazioni più recenti che potrebbero indicare un cambiamento di trend.
  • Impatto: può portare a decisioni basate su informazioni obsolete, aumentando il rischio di errori.

 

  1. Effetto Mandela
  • Descrizione: ricordare eventi in modo diverso da come sono accaduti.
  • Esempio: ricordare erroneamente le performance passate di un titolo e fare scelte basate su questi ricordi distorti.
  • Impatto: può influenzare negativamente le strategie di ribilanciamento e diversificazione del portafoglio.

 

  1. Sunk Cost Fallacy (Fallacia dei Costi Irrecuperabili)
  • Descrizione: continuare un’azione basata su investimenti passati non recuperabili.
  • Esempio: continuare a mantenere azioni di una società in perdita sperando che il prezzo torni al valore di acquisto, ignorando migliori opportunità di investimento.
  • Impatto: questo bias può portare a un portafoglio inefficiente, bloccato in asset perdenti.

 

  1. Effetto Dunning-Kruger
  • Descrizione: sovrastimare le proprie competenze in aree in cui si ha poca conoscenza.
  • Esempio: un investitore con poca esperienza nel trading di obbligazioni può sovrastimare la propria capacità di prevedere i tassi di interesse e fare scelte rischiose.
  • Impatto: può portare a decisioni non informate e a perdite significative.

 

  1. Overconfidence Bias (Bias di Eccessiva Fiducia)
  • Descrizione: vere eccessiva fiducia nelle proprie capacità di giudizio.
  • Esempio: un investitore potrebbe sovrastimare la propria capacità di prevedere i movimenti del mercato e fare trading frequente, aumentando i costi di transazione e il rischio di perdite.
  • Impatto: può ridurre i rendimenti del portafoglio a causa di scelte eccessivamente aggressive.

 

  1. Bias dello Status Quo
  • Descrizione: preferire la situazione attuale a un cambiamento.
  • Esempio: un investitore potrebbe essere riluttante a modificare la composizione del portafoglio anche quando le condizioni di mercato richiederebbero un aggiustamento, come aumentare la quota di obbligazioni durante un periodo di volatilità del mercato azionario.
  • Impatto: questo bias può portare a una mancata ottimizzazione del portafoglio in risposta ai cambiamenti di mercato, riducendo i rendimenti attesi.

 

Approccio All Weather Portfolio

L'All Weather Portfolio di Ray Dalio è progettato per essere “antifragile” in tutte le condizioni di mercato. La sua allocazione tipica è:

- 30% Azioni

- 40% Obbligazioni a lungo termine

- 15% Obbligazioni a medio termine

- 7.5% Oro

- 7.5% Materie Prime

 

Statistica Stagionale e Rapporto Rischio/Rendimento

Azioni:

  • Bias Rilevanti: Hindsight Bias, Bias di Conferma
  • Esempio: un investitore potrebbe sovrastimare le performance passate delle azioni e mantenere una posizione elevata anche in periodi di alta volatilità, ignorando segnali di una recessione imminente.

 

Obbligazioni:

  • Bias Rilevanti: Endowment Effect, Sunk Cost Fallacy
  • Esempio: continuare a mantenere obbligazioni a lungo termine nonostante un aumento previsto dei tassi di interesse, basandosi su rendimenti passati e ignorando le previsioni future.

 

Oro e Materie Prime:

  • Bias Rilevanti: Overconfidence Bias, Effetto Dunning-Kruger
  • Esempio: sovrastimare la capacità di prevedere i prezzi dell'oro o delle materie prime e prendere posizioni speculative eccessive.

 

Rapporto Rischio/Rendimento:

L'All Weather Portfolio è bilanciato per avere una bassa volatilità e una crescita costante nel lungo termine. I bias cognitivi possono influire negativamente su questo bilanciamento se non gestiti correttamente. La consapevolezza di questi bias permette di mantenere l'allocazione strategica e ribilanciare il portafoglio in modo da mantenere il rapporto ottimale tra rischio e rendimento.

 

Conclusione

Comprendere i bias cognitivi è fondamentale per gli investitori che desiderano ottimizzare le loro strategie di investimento. Nel contesto dell'All Weather Portfolio di Ray Dalio, la consapevolezza e la gestione di questi bias possono aiutare a mantenere una diversificazione equilibrata e a resistere alle tentazioni di prendere decisioni impulsive basate su pregiudizi cognitivi. Questo approccio metodico e informato può migliorare significativamente i rendimenti nel lungo termine, ma ancor più importante, minimizzando i rischi associati agli errori comportamentali.

 

 


L'asset obbligazionario per la stabilità di un portafoglio d'investimento

L’asset obbligazionario gioca un ruolo fondamentale in un portafoglio di investimento di lungo periodo, specialmente per la diversificazione del rischio e la stabilità. Analizzando l’approccio di investitori di fama come Ray Dalio e altri grandi investitori istituzionali, possiamo delineare come gli strumenti obbligazionari vengono utilizzati in modo strategico.

Ruolo delle Obbligazioni in un Portafoglio di Lungo Periodo

1. Stabilità e Riduzione della Volatilità:
– Le obbligazioni tendono ad avere una volatilità inferiore rispetto alle azioni. Ciò significa che possono stabilizzare il portafoglio, specialmente durante i periodi di alta volatilità dei mercati azionari.
– Ad esempio, durante la crisi finanziaria del 2008, i portafogli con una componente significativa di obbligazioni hanno subito perdite minori rispetto a quelli composti principalmente da azioni.

2. Flussi di Reddito:
– Le obbligazioni pagano interessi periodici, fornendo un flusso di reddito stabile. Questo è particolarmente utile per gli investitori che cercano reddito costante.

3. Diversificazione:
– Le obbligazioni spesso si comportano in modo inverso rispetto alle azioni. Quando i mercati azionari scendono, le obbligazioni governative di alta qualità tendono ad aumentare di valore.
– Questo effetto inverso aiuta a bilanciare il portafoglio e a mitigare le perdite complessive.

Composizione del Portafoglio: approccio di Ray Dalio

Ray Dalio è noto per il suo “All Weather Portfolio”, che cerca di performare bene in qualsiasi condizione economica. Un esempio di distribuzione tipica in questo portafoglio è:

– 30% in Azioni: per la crescita a lungo termine.
– 40% in Obbligazioni a Lungo Termine: per protezione contro la deflazione.
– 15% in Obbligazioni a Breve Termine: per stabilità e protezione contro la recessione.
– 7.5% in Oro: per protezione contro l’inflazione.
– 7.5% in Materie Prime: per diversificazione aggiuntiva.

Questa composizione può variare, ma l’idea di base è mantenere un equilibrio tra crescita e stabilità, diversificando attraverso diverse asset class.

Percentuali di Concentrazione

Un portafoglio più convenzionale per investitori istituzionali potrebbe essere suddiviso come segue:

– Azioni (50-60%):
– 50% per un investitore moderato.
– 60% per un investitore più aggressivo.
– Obbligazioni (30-40%):
– 30% per un investitore moderato.
– 40% per un investitore conservatore.
– Altri Asset (10-20%):
– Inclusi immobili, materie prime, oro, ecc.

In sintesi, l’allocazione obbligazionaria rappresenta una componente cruciale per bilanciare il rischio e fornire stabilità a lungo termine. L’approccio di Ray Dalio e altri investitori istituzionali dimostra l’importanza di una diversificazione ben ponderata, che include una significativa esposizione alle obbligazioni per mitigare i rischi e garantire un flusso di reddito stabile.

[fine prima parte]

Harry Browne Permanent Portfolio

Lo “Harry Browne Permanent Portfolio” è una strategia d’investimento sviluppata negli anni ’80 da Harry Browne, un economista e autore noto per le sue teorie sulla libertà individuale e sull’investimento sicuro. Questa strategia mira a offrire stabilità e protezione del capitale in qualsiasi condizione di mercato, attraverso una diversificazione estremamente semplice, ma efficace. Il portafoglio è composto da quattro asset principali, ciascuno rappresentante il 25% del totale:

1. Azioni: per beneficiare della crescita economica.
2. Obbligazioni a lungo termine: per proteggere contro le recessioni e la deflazione.
3. Oro: per proteggere contro l’inflazione e le incertezze economiche.
4. Contante o strumenti del mercato monetario: per offrire stabilità e liquidità.

Scopo e prerogative

Lo scopo principale del Permanent Portfolio è quello di fornire un rendimento stabile e di proteggere il capitale indipendentemente dalle condizioni economiche, puntando soprattutto a difendersi dai cigni neri del mercato azionario che, seppur rari, possono compromettere non solo le potenzialità di recupero delle perdite complessive del portafoglio, ma ancor peggio spazzare via irreversibilmente i risparmi.

Le prerogative principali includono:

1. Protezione del Capitale: minimizzare le perdite in periodi di crisi economica.
2. Diversificazione: ridurre il rischio complessivo attraverso l’esposizione a differenti asset class.
3. Semplicità: facilitare la gestione del portafoglio con una struttura semplice e trasparente.
4. Adattabilità: resistere a differenti scenari economici (inflazione, deflazione, crescita economica, recessione).

Pregi e difetti

Pregi

– Stabilità: la diversificazione bilanciata aiuta a mantenere una certa stabilità anche in periodi di volatilità.
– Semplicità di gestione: con solo quattro asset, è facile da monitorare e riequilibrare.
– Protezione completa: copre una vasta gamma di condizioni economiche, offrendo protezione sia contro l’inflazione che contro la deflazione.

Difetti

– Rendimenti limitati: potrebbe non ottenere rendimenti elevati rispetto a portafogli più aggressivi in periodi di forte crescita economica.
– Allocazione rigida: la ripartizione fissa del 25% per ciascun asset non tiene conto delle variazioni di mercato o delle condizioni economiche prevalenti.
– Fiducia nell’oro: la componente oro, pur essendo un bene rifugio, non genera rendimenti da interessi o dividendi e può avere performance volatili.

Conclusione

Il Permanent Portfolio di Harry Browne rappresenta un approccio interessante per gli investitori che cercano stabilità e protezione del capitale nel lungo periodo. Pur avendo alcuni difetti, come la possibilità di rendimenti inferiori rispetto ad altri portafogli più aggressivi, la sua semplicità e la sua capacità di adattarsi a diverse condizioni economiche lo rendono un’opzione valida per molti investitori.

Nella tabella a seguire è riportato l’andamento delle performance annualizzate, suddiviso per i 4 principali asset dal ’95 al ’23: oro, obbligazionari lungo termine e breve termine, S&P500.

 

AnnoOro (%)Governativi LT (%)Governativi BT (%)S&P500 (%)
199513.786.495.03-7.71
1996-8.0911.830.184.24
19971.194.773.8124.74
1998-2.143.79-2.006.38
19997.220.398.4922.93
2000-1.376.022.67-9.10
20015.045.443.30-11.89
200225.0414.615.73-22.10
200318.453.220.9528.36
20045.323.451.3510.74
200517.762.361.244.83
200623.21-0.770.9415.79
200731.599.776.105.49
20085.5025.874.67-37.00
200924.37-12.91-3.5726.46
201029.529.422.7915.06
201110.0628.103.562.11
20127.042.030.4516.00
2013-28.04-6.912.1632.39
20141.7227.301.0213.69
2015-10.42-1.900.581.38
20168.561.32-0.0311.96
201713.098.461.6821.83
2018-1.58-1.391.80-4.38
201918.3114.362.2928.88
202025.1218.853.7116.26
2021-3.64-2.550.5426.89
2022-0.28-17.832.09-18.11
20235.682.130.8415.27

[fine seconda parte]

Criteri di valutazione e selezione per costruire un portafoglio obbligazionario

Premessa

Il mercato obbligazionario e monetario è probabilmente il più partecipato in termini di concentrazione di portafoglio dal mondo degli investimenti globali, direttamente o indirettamente, sotto forme e strumenti diversi.
Per poter fare un confronto oggettivo e aderente alle aspettative di rischio/rendimento di un portafoglio obbligazionario, verranno considerati bond ipotetici con rating investment grade al fine di escludere il rischio solvibilità.

Le caratteristiche di base da considerare per una grossolana valutazione di asset allocation in obbligazioni, sono semplicemente la scadenza, cioè la data del rimborso, e la cedola, cioè il flusso periodico degli interessi maturati durante la vita del titolo, quindi escludendo l’eccezione dell’opzione callable, cioè rimborso anticipato.

Per una più oculata valutazione di rapporto rischio/rendimento, in virtù delle aspettative che l’investitore ha al riguardo, è indispensabile approfondire due caratteristiche che distinguono in maniera esaustiva e matematica, la duration e la convessità.

La duration è una misura del rischio di tasso d’interesse di un’obbligazione, che esprime la sensibilità del prezzo dell’obbligazione ai cambiamenti nei tassi d’interesse. In pratica, la duration indica il tempo medio ponderato necessario per recuperare il capitale investito attraverso i flussi di cassa dell’obbligazione (cedole e rimborso del capitale).

La convessità è una misura molto conosciuta in ambito istituzionale, derivata da una combinazione di fattori che ne rendono complesso il calcolo, ma che sinteticamente espressa da una formula matematica, è la velocità di variazione della quotazione in funzione dell’aspettativa dei tassi d’interesse futuri, a condizioni uguali di rendimento e duration.

Di seguito, alcuni esempi di massima che sintetizzano le varie tipologie possibili di bond e relativi confronti valutativi.

Bond scadenza entro 1 anno
1. Bond 2025 9%
2. Bond 2025 0%
3. Bond 2025 3%

In questo caso, che sia a cedola alta o zero, non ha particolare appeal speculativo in quanto l’aspettativa tassi non incide se non in modo marginale, eccezion fatta nel caso di compensazione delle minusvalenze da capitale: a titolo di esempio, ed estremizzando i parametri, un bond con cedola 9% con quotazione pari a 100+(9%+% interesse corrente p.a.)

Bond scadenza entro 15 anni
1. Bond 2037 4%
2. Bond 2037 0,95%
3. Bond 2028 4,10%

Bond scadenza entro 30 anni
1. Bond 2043 4,5%
2. Bond 2052 0%
3. Bond 2053 4,5%

Bond scadenza entro 50 anni
1. Bond 2072 0.5%
2. Bond 2072 1,5%

Bond scadenza oltre i 50 anni
1. Bond 2120 0,95%
2. Bond 2120 1,5%

Analizzando per data di scadenza, il bond a maggior reattività/convessità dovrebbe essere il bond 2120 con cedola minore e duration maggiore perchè impiegherebbe molto tempo per rimborsare il capitale a scadenza attraverso il flusso cedolare, ma una maggiore velocità di reazione perchè più speculativo. Dovrebbe, condizionale necessario, perchè si sta riscontrando proprio negli ultimi anni che la convessità non è lineare quando supera una certa durata e la curva subisce una decelerazione per via dell’aleatorietà che aumenta nel lunghissimo periodo. Va ricordato che i bond secolari sono relativamente recenti e le valutazioni si basano su ipotesi da sperimentare, sicchè la quotazione ne tiene conto oltre certe scadenze, coinvolgendo la legge delle probabilità inverse per quanto riguarda il rimborso.
Per trovare un buon compromesso tra duration e convessità risulta valido il bond con durata entro i 30 anni, ovviamente con cedola alta (2053 4,5%) che permette di reggere la quotazione meglio in caso di eventuali rialzi dei tassi, dato che garantisce già un flusso generoso. Più speculativo, quindi, risulterà il 2052 0% che sarà più sbilanciato alla convessità e una duration maggiore.

Quanto vissuto dagli asset obbligazionari negli ultimi 3 anni, preceduti da anni a tassi zero, non si era mai visto prima, in un lasso di tempo relativamente breve ci si è trovati con tassi medi globali al 5%. Questi contesti rendono eccezionalmente interessante questo periodo dell’anno in corso e non bisogna farsi sfuggire l’opportunità di allocare la parte di portafoglio obbligazionaria, ribadendo il ruolo difensivo in primis inserito nel portafoglio aggregato, per di più in un contesto di attesa diminuzione dell’inflazione, potenziale soft landing economico e taglio dei tassi, seppur moderato.

Conclusione

La scelta tra questi titoli dipende dalle aspettative sui tassi d’interesse e dagli obiettivi dell’investitore. Se si prevede un aumento dei tassi, i titoli a 1 anno sono preferibili. In un contesto di tassi stabili o in calo, i titoli a lunga scadenza con cedole alte possono offrire rendimenti migliori, a patto di sopportare una maggiore volatilità.
La diversificazione del comparto obbligazionario è applicabile, sia per una visione tattica che strategica e precisamente sarebbe così suddivisa:

Strategica di posizione (di flusso cedolare alto e garantito per un buon periodo)
50% entro 15 anni bond 2037 4%
25% entro 30 anni bond 2053 4,5%

Tattica speculativa (entrate e uscite di breve respiro)
15% entro 1 anno bond 2025 (3,30% oggi) da switchare su eventuali deep inattesi verso il 15 anni
5% entro 50 anni bond 2072 0,95% da switchare su eventuali strappi top verso il bond liquidità 1y.

Di seguito alcuni link relativi a titoli similari ai bond di cui sopra:

https://www.borsaitaliana.it/borsa/obbligazioni/mot/btp/scheda/IT0003934657.html?lang=it

https://www.borsaitaliana.it/borsa/obbligazioni/mot/btp/scheda/IT0005433195.html?lang=it

https://www.simpletoolsforinvestors.eu/monitor_info.php?monitor=francia&yieldtype=G&timescale=DUR

https://www.borsaitaliana.it/borsa/obbligazioni/mot/euro-obbligazioni/scheda/DE0001102572.html?lang=it

[fine terza parte]