a cura di Fernando Ciapparoni

Premessa
Scrivo questo articolo perché, come molto di voi, nell’ultimo anno mi sono fatto ingolosire dai certificati con Stellantis come sottostante e, ahimè, mi sono ritrovato con un bel pezzo di portafoglio ingessato in perdita. Sebbene abbia venduto qualche mese fa le scadenze brevi, chiudendo gli occhi e accumulando minus, mi restano ancora in portafoglio parecchi certificati sotto pressione sui quali spesso mi sono domandato se sia il caso di tenere o vendere. Qui c’è un altro problema che va risolto alla radice: il sovrappesare un titolo nel proprio portafoglio. È una cosa che in realtà nessuno vuole e pensa di fare, ma che poi fa, accorgendosene troppo tardi.

Il Sottostante Stellantis: andamento e considerazioni
Nell’ultimo anno è indubbio che Stellantis sia stato il peggior sottostante (fra quelli a maggior diffusione) dei certificati a capitale condizionatamente protetto.
Infatti, dopo un massimo di 26,94 euro toccato il 22 marzo 2024 ha iniziato a scendere inesorabilmente, bruciando, mese dopo mese, tutte le barriere dei certificati che a mano a mano sono stati emessi a strike sempre più bassi (e payoff sempre più alti) dagli Emittenti.
Il titolo ha toccato un minimo di 7,67 euro l’11 aprile 2025 dopo l’inizio della ben nota questione dei dazi. Ma non è quella la sola causa della discesa del titolo: è un bel po’ che di auto se ne vendono poche e il lauto dividendo staccato dal titolo di sicuro non ha aiutato.
A conti fatti abbiamo assistito a un drawdown ad un anno del 71,5%. Mica male. Anzi, malissimo!!! Di seguito il grafico degli ultimi 5 anni:

Ogni volta che lo guardo mi viene l’acidità di stomaco, anche perché sebbene una legnata così non fosse proprio prevedibile, ho insistito ad accumulare prodotti a strike decrescenti, fino a trovarmi sovraesposto e in balia del mercato. Questo fino a quando non ho iniziato a vendere le scadenze brevi accollandomi minus…
Dopo un tentativo di recupero che ha portato il titolo ad un massimo di breve periodo in area 9,57 euro il 16 maggio con un pullback di circa il 30%, Stellantis ha ricominciato a scendere e si trova ora a 8,18 euro, in un’area assai pericolosa per molti certificati (Il Marex IT0006765181, il Barclays XS2860606412, il Vontobel DE000VC1KFV2, il Barclays XS2648311640 e molti altri). Quindi che fare?

Il Comparto Auto
Se andiamo a vedere i risultati degli ultimi 12/18 mesi, scopriamo (!!) che tutto il comparto auto ha sofferto assai. Ma nello stesso modo in cui ha sofferto Stellantis? Direi proprio di no e, per verificarlo, diamo una occhiata al grafico a 5 anni dell’indice Stoxx 600 Automobiles e Parts:

Il drawdown c’è stato, ma dal massimo di 732,80 dell’8 aprile 2024 al minimo di 463,01 del 9 aprile 2025 parliamo di 36,8 punti, circa la metà del drawdown di Stellantis!
E gli altri marchi europei come sono andati?

Renault:

Mercedes

Volkswagen:

BMW:

Ma neanche a oriente le cose sono andate meglio. Toyota, il produttore numero 1 di auto:

Lascio da parte i brand americani, che si muovono con dinamiche completamente diverse dalle nostre, Tesla in testa.
Per quanto detto e visto, è proprio Stellantis ad avere un problema strutturale, aggravato più degli altri dalla questione dazi e dal cambio al vertice durato troppi mesi e che non sembra aver avuto particolare gradimento dal mercato.

Conclusioni
Talvolta si dice che non bisogna guardare il mark to market; sì, sono in generale d’accordo, ma quando i certificati vanno sotto barriera capitale il mark to market sì che conta! È quello che hai in tasca alla fine della fiera e, in molti casi, è anche valutato ben a premio. Il rischio è quello di tenere in portafoglio certificati che non “lavorano”, cioè, che stanno lì e vivacchiano sotto barriera, non pagano le cedole, ma li teniamo nella speranza “che tanto poi risale”. L’obiettivo di un portafoglio di certificati, ricordiamolo, è quello di far lavorare i nostri soldi passando alla cassa tutti i mesi per riscuotere le cedole. Se questo non accade abbiamo un doppio problema: ci si svaluta il portafoglio e non accumuliamo cedole, impoverendo il risultato globale del portafoglio. Ho già scritto che vendere in perdita non è solo perdere dei soldi, ma è anche e soprattutto risparmiarne altri. Con il capitale ottenuto, seppur minore di quello investito, possiamo infatti ricominciare a macinare cedole su un altro cavallo. L’obiettivo che mi sono posto è quindi quello di capire se e quali prodotti vendere e se e su quali prodotti provare a fare uno switch restando sullo stesso cavallo, scelta che ti salva dalla gastrite se poi il titolo recupera 😊.

Va bene, ma ora cosa facciamo?
Se siamo fuori dal mercato dell’auto, può essere un buon momento per entrare, vi sono tantissimi prodotti su Stellantis con payoff impensabili fino a sei mesi fa. Per chi è già dentro e vuole fare qualche switch di prodotto restando sullo stesso cavallo le possibilità sono veramente tante, con barriere assai diverse e durata da sei mesi a 4 anni. C’è solo l’imbarazzo della scelta…sperando che Stellantis tenga!
A conclusione dell’articolo vi presento il carotaggio effettuato sui certificati a capitale condizionatamente protetto con Worst Of Stellantis. Sono “solo” 612 giusto per far capire come gli Emittenti si sono rincorsi nel proporre prodotti a strike sempre più basso nel corso dei mesi.
Fra tutti questi ho selezionato tutti quelli con sottostanti sopra barriera capitale e barriera cedola ottenendone 220.
Di questi ho selezionato quelli con buffer (colonna “M”) rispettivamente: >9%, >15%, >20%, >25%, >30%, >35%, >40%.
Ho infine selezionato a parte tutti quelli con l’airbag perché hanno comportamento e dinamiche completamente diverse dagli altri e meritano di stare “per conto loro”.
Per tutti i prodotti ho ricalcolato il payoff annuo partendo dalla quotazione in Ask corrente (colonna “I”). Spulciano le tabelle ci sono delle chicche fantastiche! Ma attenzione perché non sappiamo come il mercato dell’auto evolverà nei prossimi 24 mesi e come andrà a finire la storia dei dazi.

Qui il file excel con tutte le liste di certificati descritte per opportune analisi. Come al solito, il rendimento annuo in rosso è ricalcolato sulla chiusura del 20 giugno 2025, i certificati sono ordinati per scadenza crescente e gli ISIN hyperlynkati a Cedlab, per chi lo ha.
Buon gain a tutti.