UN INTERESSANTE MIX BANCARI/ASSICURATIVI
IT0006768938
E’ stato emesso giovedì 8/5/’25 e farà strike il 14/5 questo nuovo Certificato di Marex che rappresenta un’interessante diversificazione sui titoli finanziari e con un ottimo rendimento.
Si tratta di un classico Phoenix Memory Autocall con durata triennale (scadenza 24/5/’28) che ha come sottostanti due bancari e due assicurativi:
UBS GROUP/ CITIGROUP/ AXA/ PRUDENTIAL PLC
Rendimento: 1,15% al mese (13,8% p.a.)
Barriere: 50% capitale e 55% cedole
Rimborso Anticipato da Novembre ’25 con successivo step down -1% al mese fino al 71%.
Ubs, Citi e Axa sono titoli noti agl’investitori.
Prudential PLC è un gruppo di servizi finanziari e assicurativi con sede a Londra e molto presente a Hong Kong, Singapore, Malesia, Indonesia; con una capitalizzazione di mercato di 21,7 miliardi di GBD e con 15412 dipendenti.
Reuters ha annunciato il 29/4/’25 un “aumento del 12% dei profitti nel primo trimestre, in quanto la compagnia assicurativa focalizzata sull’Asia ha beneficiato delle ottime performance nei suoi segmenti di Hong Kong e Cina”.
La società quotata sia a Londra che a Hong Kong ha registrato un utile netto di 608 milioni di dollari nel primo trimestre 2025.
Hong Kong, la sua attività di punta, ha registrato una crescita a due cifre, l’Indonesia stabile, mentre Singapore si è espansa nei canali di distribuzione sia assicurativi che bancari; solo in Malesia è stato registrato un calo dei profitti.
Eastspring, la divisione di gestione patrimoniale dell’azienda, ha dichiarato fondi in gestione pari a 256 miliardi di dollari, in leggero calo rispetto ai 258 miliardi di dollari di fine 2024.
Inoltre l’Amministratore delegato ha dichiarato che ‘l’attuale incertezza tariffaria non ha un impatto diretto sulla nostra attività’
In conclusione: certificato utile anche in ottica di diversificazione sui titoli finanziari e con rendimento e protezione molto significativi.
NUOVO CERTIFICATO SU INDICI
IT0006768896
Esce oggi e farà strike stasera questo nuovo certificato su INDICI di Marex.
Sottostanti: S&P 500/ NASDAQ 100/ NIKKEI 225/ EUROSTOXX BANKS.
Rendimento: 0,84% al mese (10.08% p.a.)
Barriere 50%
Rimborso anticipato dal terzo mese (5/8/25) con successivo step down -1% al mese fino al 71%
Scadenza 16/2/28
GLI ONE STAR SI RINNOVANO
Il 30 Aprile BNP Paribas ha emesso una nuova serie di Certificati One Star.
Rammentiamo a tutti che la caratteristica difensiva di questa opzione consiste nel fatto che a scadenza viene rimborsato il capitale anche nel caso in cui un sottostante chiuda sotto il livello barriera, a condizione che la quotazione di almeno uno degli altri sottostanti sia pari o superiore al Livello One Star (c.d. Effetto One Star)
Ed è proprio in questo Effetto One Star che consiste la novità di questi nuovi certificati: normalmente, finora, era riferito al 100%, mentre in questi prodotti appena emessi questo Effetto varia, potendo essere al 85%…al 90%…al 95%.
Facendo pertanto riferimento ai quattro Certificati di questa nuova selezione che hanno l’Effetto One Star all’85%, significa che, sempre a scadenza, il capitale è integralmente rimborsato, nel caso in cui un sottostante finisca sotto barriera, purchè uno degli altri titoli non abbia perso piu del 15%.
Si aggiunge pertanto un’ulteriore opzione difensiva.
Rimandiamo alla pagina del sito Bnp per tutti gli approfondimenti del caso e per visionare singolarmente i vari certificati:
One Star Step-Down Cash Collect Certificate – BNP Paribas
INDICI PER TUTTE LE STAGIONI
In questo momento di mercati turbolenti in balia della geopolitica, dove il rischio di recessione o stagflazione è come una moneta lanciata in aria, i Certificati su Indici trovano sempre il loro posto nei ptf.
Ecco allora un paio di novità interessanti, una di Marex e l’altra di BNP Paribas.
IT0006768730
Questo prodotto di Marex ha una peculiarità nuova per sottostanti come questi, vale a dire la breve durata (un anno)
Sarà emesso il 30 Aprile e farà strike il 2 Maggio.
La scadenza sarà il 12/5/’26.
Sottostanti: S&P 500/ NIKKEI 225/ SWISS Market Index/ EUROSTOXX BANKS
Rendimento: 0,778% al mese (9,34% p.a.)
Barriere 60%
Rimborso anticipato dal terzo mese (Agosto ’25), con successivo step down -1% al mese (fino al 92%).
La durata breve su Indici può interessare o meno, ma è sempre una possibilità in più per gli investitori che temono orizzonti a nubi oscure.
Ma non mancano le alternative
NLBNPIT2L222
Ed ecco quella di BNP Paribas.
Verrà emesso e farà strike il 30 Aprile
Scadenza: 11/5/’28
Sottostanti: FTSE MIB/ S&P 500/ NASDAQ 100/ EUROSTOXX BANKS
Rendimento: 0,85% al mese (10,2% p.a.)
Barriere: 60%
Rimborso anticipato dal terzo mese (Luglio ’25) e successivo step down -1% al mese (fino al 68%).
Sia la presenza dell’indice settoriale Banks che le barriere al 60%, presenti in entrambi, sono oggi ‘necessari’ per esprimere un rendimento più che dignitoso.
Recap del 28 aprile 2025
RECAP DI CERTIFICATI CON PREZZI ANCORA INTERESSANTI
1) CH1409710469: ottimo certificato Leonteq con barriera al 50%, (di fatto è al 40%), con 3 bancari Europei e rendimento del 12% annuo
2) CH1290288732: altro ottimo certificato Leonteq con barriera al 50% (di fatto è al 40% su BNP e ancora più bassa sui restanti 3 titoli) su 4 bancari misti Europa, con rendimento cedolare del 10% annuo e costa 1010, ma stacca cedola il 2 maggio.
3) IT0006768177: già famoso Marex sugli indici con barriera al 50%, rendimento cedolare del 9,20% annuo, costa 989,60 e stacca cedola domani, per cui oggi è l’ultimo giorno utile per percepire la cedola.
4) NLBNPIT2CPT3: certificato Low Barrier Callable di BNP con barriera al 45% su 4 sottostanti bancari Italiani (tutti sopra strike). Rendimento cedolare del 11,52% annuo e costa 98;40 (prezzo interessantissimo).
Indici! Indici! Indici!
a cura di Fernando Ciapparoni
In che tipo di mercato sono validi i certificati di investimento
È opinione diffusa che i certificati di investimento a capitale condizionatamente protetto siano un perfetto investimento con mercati laterali, rialzisti o leggermente ribassisti.
Nel caso di mercato rialzista l’autocall tende a restituirci il nostro investimento rapidamente permettendoci di cercare un nuovo cavallo su cui investire. Un mercato stabile ci consente di guardare i nostri investimenti con leggerezza, passando alla cassa mensilmente per lo stacco delle cedole, un po’ come le nostre utilities con le bollette. In un mercato leggermente ribassista, l’autocall stepdown tende a far tenere il prezzo al nostro portafoglio, cercando di riavvicinare, più o meno velocemente, il livello di barriera autocall con il prezzo dei sottostanti in discesa.
Ma, in caso di mercati decisamente avversi, non c’è low strike o airbag che tenga. L’unico strumento per gestire un repentino drawdown dei sottostanti sono i certificati sugli indici, oggetto di questo articolo.
Gli Indici sono resilienti, perché?
Gli indici sono sottostanti assai più resilienti rispetto ai titoli azionari. Mentre per un titolo del nostro indice MIB40 fare -40% è possibile e, statistiche alla mano, almeno un paio l’anno lo fanno, che l’indice faccia -40% è molto più difficile, possibile, ma statisticamente meno probabile. Vorrebbe dire che “mediamente”, con gli opportuni coefficienti dovuti al peso di ciascun titolo dell’indice, ognuno dei titoli dell’indice dovrebbe scendere del 40%.
Per tali motivi questo tipo di strumenti sono ritenuti i più protettivi fra i certificati a capitale condizionatamente protetto.
Che io ricordi, non trovo esempi di certificati con indici classici scoppiati, mentre qualcuno con i settoriali sì.
In questo momento ci sono diverse centinaia di certificati a capitale condizionatamente protetto su indici di vario tipo. Facendo un carotaggio su Cedlab, ne ho estratti circa 250, selezionando alcuni (non tutti) degli indici utilizzati. Di questi uno solo è sotto barriera capitale. Peccato che sia un certificato che uscirà dalla nostra “rete”, perché non rispecchia una condizione base: tutti i sottostanti devono essere indici.
I titoli azionari affiancati agli indici hanno l’obiettivo di dare un boost al rendimento, ma, insieme ad esso, ne aumentano la volatilità e, pertanto, li elimineremo dalla lista. Come esempi vi sono il BNP Paribas NLBNPIT2C148 (payoff 16,8%) e l’EFG CH1342436768 (payoff 15%), entrambi nel mio portafoglio personale.
Il certificato sotto barriera di cui parlavo è il Barclays XS2953146136 con sottostanti Nasdaq100, Brunello Cucinelli e… Stellantis. Chi indovina il worst of passa al prossimo paragrafo 😊.
Come anticipato, dopo aver eliminato dalla lista i certificati “impuri”, vediamo cosa resta. Ho fatto una personale suddivisione degli indici sottostanti in classici, settoriali e derivati.
Gli indici classici sono in generale i più solidi, e pertanto il rendimento di certificati a capitale condizionatamente protetto con solo questi indici avrà, di solito, payoff più basso.
Per aumentare il payoff dei certificati sugli indici, spesso gli emittenti affiancano agli indici classici degli indici settoriali, che, per la loro tipicità, hanno volatilità più elevata e consentono di dare un payoff complessivo più alto. Eccone alcuni inclusi nei certificati che abbiamo selezionato:
Inoltre, vi sono indici il cui andamento non è lineare con il sottostante, ma sono anch’essi un prodotto derivato:
Quest’ultimi sono stato il cavallo di battaglia del 2024 ed inizio 2025 e meritano un trattamento diverso. Essendo per natura derivati, hanno una variabilità più significativa e, di contro, un payoff generalmente più alto. Non tutti gli emittenti hanno nel loro portafoglio questi sottostanti: ad oggi solo Leonteq ed EFG, che di fatto utilizza strutture Leonteq apponendo il proprio marchio, (e la propria credibilità in termini di rating – Fitch A con outlook stabile -) e pertanto a parità di struttura daranno un payoff più basso. La qualità è un valore e si paga, sempre. Due strutture uguali con payoff diverso devono sempre farvi venire il dubbio: l’emittente è tirchio (spesso) o c’è un diverso valore dietro (talvolta)?
Dalla selezione dei certificati, ho tenuto fuori l’indice Eurostoxx Select Dividend 30, tipicamente utilizzato nei certificati a capitate protetto. Ne allego il grafico a 10 anni per evidenziarne il comportamento:
Di seguito alcune strutture delle varie tipologie.
Piccola digressione personale
Per chi si affaccia oggi al mondo dei certificati, tutto sembra abbastanza semplice e leggo spesso amici storcere il naso su strutture che non hanno il 2% di stepdown o l’autocall parte troppo tardi o un certificato con l’airbag da un payoff di solo 0,75% mese.
Bene, la vita di questi strumenti è abbastanza breve: sono prodotti acquistabili da pochi anni e all’inizio questo era un mercato per pochi, frequentato solo da profeti delle opzioni o da chi aveva voglia di metterci il naso preso dalla curiosità (come è stato per me). Oggi, a mio figlio, studente di triennale, all’esame di teoria del portafoglio hanno chiesto di disegnare il grafico della somma di tre put sullo stesso sottostante con lo stesso strike e la stessa scadenza. Io, da ingegnere, anche solo 10 anni fa, avrei storto il naso. Era tutto “peggio” ma “molto peggio”: le strutture erano povere di “accessori”, l’effetto memoria che oggi hanno tutti era una opzione che si pagava a caro prezzo, il softcall non esisteva, il dividend adjusted è stato proposto dopo il Covid, lo stepdown è dei giorni nostri. Sì, c’era l’airbag, vivaddio. All’epoca c’era poco su internet, io studiai su questo fantastico manualetto stile slide (“Certificates: strategie e combinazioni di portafoglio”), ancora scaricabile dal sito ACEPI. Interessante? Assolutamente SÌ.
Non parlo di 30 anni fa, ma di 10, attenzione. L’ingegneria finanziaria ha fatto passi da gigante e gli strutturatori hanno inventato tante “funzioni accessorie” in grado di supportare rendimento e tenuta dei nostri portafogli.
Cercando nelle mie cartacce, ho ritrovato il mio portafoglio del 2018, (dell’anno prima, quando ho iniziato, non ho purtroppo memoria). Lascio a voi i commenti sulla qualità di quanto da me portafoglio non era un gran che, ma non c’era molto di meglio…
Emittenti di certificati sugli indici
Chi sono i protagonisti di questa fetta di mercato? Di seguito la distribuzione dei 154 certificati selezionati:
Come potete notare, c’è chi fa la parte del leone nelle emissioni di questo tipo di certificati. D’altronde se Leonteq è il re dei softcall, a naso direi che Marex lo è degli indici, a meno dei derivati che sono di dominio assoluto Leonteq/EFG. Su questo tema, preso dalla curiosità, il mese scorso, nell’incontro di Bologna, ho chiesto direttamente agli emittenti e, sia Marex che Barclays mi hanno confermato, per motivi diversi, che sono attualmente fuori da questo mercato, ma che ci entreranno nel prossimo futuro.
Proseguendo con l’analisi, ho trovato le seguenti soluzioni:
Attenzione: è probabile che in un certificato softcall sugli indici, se a basso payoff, possa esserci un rischio non percepito. Infatti, se il mercato risale, l’emittente potrebbe scegliere (e lo fa) di mettere il certificato in bid only. In questo caso resteremmo incastrati in un prodotto che ci rende poco con un mercato che sale, con il rischio di tenerlo in portafoglio per una vita.
Come avrete sicuramente notato in questi mesi, non vi sono state emissioni di nuovi certificati su indici derivati, da un bel po’. Quelli di vecchia emissione, ed in molti li hanno cavalcati, stanno sparendo progressivamente per via delle scadenze/richiami. Restano, a mio avviso, pochi cavalli buoni, fra cui i prima citati BNP Paribas NLBNPIT2C148 (payoff 16,8), l’EFG CH1342436768 (payoff 15%) e Leonteq CH1369849968 (payoff 18%) che però, come detto, non fanno parte della lista,
Nella lista dei certificati su indici derivati, ho nel mio portafoglio personale il soft EFG CH1336218750 (payoff 12%) il Leonteq CH1349977921 (payoff 12%) misto con il gold il EFG CH1308688675 (payoff 14%) sul Proshare.
Ragionando sui prossimi mesi, con il prezzo del petrolio in calo (dal massimo dell’anno di 78,68 del 15 gennaio è sceso a 63,02 di oggi, circa il 20% in meno) e i tassi USA in salita, questi prodotti potrebbero essere ancora molto validi, con gli strike attuali.
Spinto dalla curiosità, ho sondato le prospettive degli emittenti sulle nuove emissioni ed ho ottenuto come indicazione il fatto che il mercato (l’Italia è una piccola parte del loro business) ha assorbito una quantità assai elevata di prodotti con quei sottostanti, molto più di quanto si aspettassero, (e i risultati sono stati assai buoni, sia per loro che per i risparmiatori, perché hanno sempre centrato il bersaglio con ottimi profitti). Questa elevata concentrazione di volumi su tali sottostanti li ha però portati ad attendere che i volumi scendano prima di fare nuove emissioni.
Questa considerazione sugli emittenti ci deve far riflettere sempre sull’opportunità di “concentrare” nel nostro portafoglio gli stessi sottostanti (o gli stessi emittenti). Del controllo dell’esposizione parleremo però in un’altra occasione. Faccio solo una considerazione pratica e, anche qui, personale. Tempo addietro si vociferava su un emittente su cui ero particolarmente esposto e, chiacchierando col mio amico Sergio, chiesi la sua opinione. La risposta fu semplice e intuitiva. I certificati sono prodotti derivati cartolarizzati che, in qualche modo, hanno lo stesso rischio emittente per il risparmiatore di una obbligazione senior non garantita. Quindi Fernando, “presteresti” (acquistando una sua obbligazione) 10.000 euro, 100.000 euro o 500.000 euro a quell’emittente? Ecco questa è la domanda che dovete farvi. La risposta la trovate sempre nella vostra propensione al rischio.
Qui la lista completa in Excel dei 153 certificati scelti per opportune analisi. Come al solito il rendimento annuo in blu è ricalcolato sulla chiusura del 25 aprile 2025 ed i certificati sono ordinati per scadenza crescente. Buon gain a tutti.
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Volatilità implicita
a cura di Fernando Ciapparoni
La volatilità implicita è un valore derivato dai prezzi di mercato delle opzioni e rappresenta l’aspettativa degli operatori di mercato sulla futura volatilità del sottostante. Si calcola, in sostanza, facendo il “contrario” delle formule di valutazione delle opzioni, come quella di Black-Scholes, inserendo il prezzo di mercato dell’opzione e calcolando la volatilità necessaria per giustificare quel prezzo.
La volatilità implicita va tenuta in conto nell’analisi dei certificati perché agisce come boost al prezzo essendo i certificati strutturati attraverso le opzioni.
Un innalzamento della volatilità implicita tende a deprimere il prezzo dei certificati pertanto è necessario tenerne conto.
Prima di analizzare l’andamento della volatilità implicita di un certo numero di sottostanti vediamo alcune informazioni sul suo calcolo, sulla sua importanza ed un esempio pratico di calcolo. In ogni caso si possono trovare in rete i valori attuali di tutti i titoli che sono sottostanti ai certificati.
Come si calcola la volatilità implicita:
- Scelta dell’opzione: si sceglie un’opzione (call o put) con un prezzo di mercato rilevante per il sottostante in questione.
- Ricerca dei parametri: si identificano i seguenti parametri dell’opzione e del sottostante:
- Prezzo del sottostante (S): Il prezzo corrente del titolo o indice sottostante.
- Prezzo strike (K): Il prezzo di esercizio dell’opzione.
- Tempo alla scadenza (T): Il tempo residuo fino alla scadenza dell’opzione, espresso in anni.
- Tasso di interesse (r): Il tasso di interesse senza rischio.
- Prezzo dell’opzione (C o P): Il prezzo di mercato dell’opzione.
- Applicazione della formula (Black-Scholes): si applica la formula di Black-Scholes, o una formula simile, per il calcolo del prezzo teorico dell’opzione. La formula richiede come input, tra gli altri, la volatilità del sottostante.
- Ricerca della volatilità: si modifica il valore della volatilità nella formula fino a quando il prezzo teorico dell’opzione ottenuto non corrisponde al prezzo di mercato dell’opzione. Questo valore di volatilità è la volatilità implicita.
Metodi di calcolo:
- Soluzione numerica: la formula di Black-Scholes, essendo non lineare, non è invertibile analiticamente. Pertanto, la volatilità implicita si ricava solitamente attraverso una soluzione numerica, come la ricerca iterativa.
- Metodo grafico: è possibile utilizzare un grafico per visualizzare il prezzo teorico dell’opzione in funzione della volatilità e individuare il valore che corrisponde al prezzo di mercato.
Calcolatrici online:
Sono disponibili numerose calcolatrici online che consentono di calcolare la volatilità implicita inserendo i parametri dell’opzione.
Importanza della volatilità implicita:
- Indicatore di sentiment: la volatilità implicita è un indicatore del sentiment degli operatori di mercato riguardo alla futura volatilità del sottostante.
- Fattore nel pricing delle opzioni: la volatilità implicita è un fattore fondamentale nella valutazione delle opzioni.
- Strumento di trading: i trader possono utilizzare la volatilità implicita per sviluppare strategie di trading basate sull’aspettativa di cambiamenti di volatilità.
Esempio pratico:
Per trovare la volatilità implicita di un’opzione call con scadenza a 30 giorni su un titolo che costa $100, con strike a $105, tasso di interesse 2% e prezzo dell’opzione $5, si utilizza un metodo iterativo o una calcolatrice online per trovare il valore della volatilità che, inserito nella formula di Black-Scholes, restituisce un prezzo teorico di $5.
Esaminiamo ora i valori di volatilità implicita di alcuni titoli che sono sottostanti comuni di molti certificati.
Per valutarne le variazioni prendiamo come momento “zero” il 19 marzo 2025, circa 10 giorni prima dell’annuncio da parte dell’amministrazione americana dell’imposizione dei dazi.
Andremo a valutare oggi, 19 Aprile 2025, e nei prossimi mesi, l’impatto dei dazi e della possibile crisi finanziaria sulla volatilità dei titoli nel corso del tempo. Le tabelle che seguono saranno quindi aggiornate via via che cambia la situazione economico-finanziaria internazionale.
I titoli presi in considerazione sono oltre 200 e, nel loro complesso, sono utilizzati in oltre il 90% dei certificati a capitale condizionatamente protetto oggi sul mercato.
In questa analisi ho preferito suddividere i titoli in gruppi più o meno omogenei rispetto al settore di appartenenza sebbene tantissime altre aggregazioni possano essere validamente effettuate. È evidente che titoli appartenenti allo stesso settore hanno volatilità diverse in funzione del mercato/borsa di quotazione. Facile vedere come, ad esempio, il Nasdaq sia molto più volatile di Piazza Affari.
Come potete ben immaginare la volatilità in questo mese si è alzata tantissimo. Considerando l’insieme dei titoli rappresentati come un unico basket, l’aumento in questo mese è stato di circa l’8% contro una variazione del VIX nello stesso periodo da 19,90 a 29,65 (circa il 50%).
Esaminiamo i basket uno ad uno (la lista in Excel completa la trovate qui):
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Leonteq: reverse convertible su bond
Rimborso dei certificati reverse convertible su bond governativi
Il caso del certificato CH1325427644 è stato ripreso nel recente webinar del 9 aprile.
Il certificato reverse convertible su bund tedesco è stato rimborsato il 27 marzo 2025.
Avendo chiuso il sottostante sotto lo strike iniziale, era prevista la consegna fisica del bund (0% agosto 2052).
Questo è avvenuto regolarmente: come specificato nella documentazione, per ogni certificato posseduto, sono stati consegnati 195026 lotti di bund.
Mentre sulla Borsa tedesca il lotto minimo è 1, in quella italiana era 1000 e, di conseguenza, gli investitori si sono trovati nell’impossibilità di liquidare la posizione per intero.
Sollecitata da Leonteq, Borsaitaliana, con Avviso di Borsa n.16085, ha abbassato anche lei ad 1 il lotto minimo di contrattazione.
Va detto che non tutti gli istituti hanno ancora recepito la nuova direttiva, ma pare si stiano pian piano allineando.

Leonteq ha preparato tre slide esemplificative con tre sottostanti diversi: BTP italiano, OAT francese e Bund tedesco.
Sono reperibili sul sito dell’emittente oppure scaricandole dal link qui di seguito.
Nel rispetto della normativa vigente e del principio di trasparenza si informano i lettori che il presente contenuto redazionale ha per oggetto prodotti o servizi offerti da partner commerciali di Bloom Events s.r.l. e ha finalità promozionali. Le informazioni contenute nell’articolo sono predisposte con cura dalla Redazione, tuttavia, Bloom Events s.r.l. non fornisce alcuna garanzia circa la correttezza, l’esattezza, la completezza, l’affidabilità o l’attualità dei contenuti proposti e, pertanto, gli utenti sono invitati a verificare autonomamente l’affidabilità, la completezza, l’esattezza e l’attualità dei dati e delle informazioni contenuti nell’articolo.
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Leonteq: barriere profonde
Nuova sezione dei certificati con barriere profonde
Come illustrato nel webinar del 9 aprile, sul sito di Leonteq è stata aggiunta una sezione che sarà quotidianamente aggiornata: certificati con barriere profonde, una selezione di certificati caratterizzati da un’ampia distanza dalla barriera e da un profilo rischio/rendimento particolarmente interessante.
Facilemente raggiungibile dalla homepage del sito dell’emittente, come illustrato qui di seguito, è possibile rapidamente consultarla anche dal seguente pulsante che rimanda alla pagina sul sito di Leonteq:
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Pensieri lenti e veloci
Analisi e approfondimenti dal punto di vista dell'investitore
“Pensieri lenti e veloci” è il libro più conosciuto tra quelli scritti dal premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman e quale miglior occasione di evidenziarne l’utilità per gli investitori finanziari, dato che offre un’ampia panoramica dei processi decisionali e svela le trappole cognitive che possono portare a scelte finanziarie errate.
Per un investitore, comprendere questi meccanismi è fondamentale per gestire al meglio le proprie risorse, mitigare i rischi e prendere decisioni più consapevoli.
Il Nucleo del Libro: Sistema 1 e Sistema 2
Kahneman introduce il concetto di due sistemi mentali:
- Sistema 1: Veloce, intuitivo, emotivo. Agisce in modo automatico basandosi su euristiche, scorciatoie mentali utili per decisioni rapide ma soggette a errori.
- Sistema 2: Lento, razionale, analitico. Richiede sforzo cognitivo e viene attivato per decisioni complesse.
Per gli investitori: Spesso il Sistema 1, guidato da emozioni come paura e avidità, può indurre a decisioni impulsive e controproducenti. Imparare a riconoscere e mitigare l’influenza del Sistema 1 è cruciale per un investitore.
Capitoli Rilevanti per l'Investitore Finanziario e Concetti Chiave
Di seguito, una selezione di capitoli particolarmente significativi per gli investitori, con una sintesi dei concetti chiave:
- Bias Cognitivi: il libro esplora i bias, distorsioni sistematiche del pensiero, che possono influenzare le decisioni finanziarie. Esempi:
- WYSIATI (What You See Is All There Is): tendenza a prendere decisioni basandosi solo sulle informazioni disponibili, ignorando quelle mancanti. Per l’investitore: Importanza di ricercare informazioni complete prima di investire.
- Disponibilità: eventi recenti o facilmente ricordabili vengono percepiti come più probabili, influenzando la percezione del rischio. Per l’investitore: Evitare di farsi influenzare da notizie sensazionalistiche o eventi isolati.
- Ancoraggio: le decisioni vengono influenzate da un punto di riferimento iniziale, anche se non rilevante. Per l’investitore: essere consapevoli di come le informazioni vengono presentate e non farsi influenzare da prezzi o previsioni arbitrarie.
- Euristiche: il libro analizza le euristiche, scorciatoie mentali che semplificano decisioni complesse ma possono portare a errori. Esempi:
- Euristica della rappresentatività: classificare un’opportunità di investimento basandosi su somiglianze superficiali con investimenti passati, ignorando altri fattori. Per l’investitore: valutare attentamente tutti gli aspetti di un investimento, senza affidarsi solo a esperienze precedenti.
- Effetto framing: la formulazione di un problema influenza la decisione, anche se il risultato è lo stesso. Per l’investitore: essere critici nel valutare le informazioni e cercare di inquadrare le opportunità di investimento da diverse prospettive.
- Avversione alla Perdita: le persone sono più sensibili alla paura di perdere che alla speranza di guadagnare. Per l’investitore: comprendere come l’avversione alla perdita influenza le decisioni, come la tendenza a vendere troppo presto i titoli vincenti e mantenere troppo a lungo quelli in perdita.
- Ottimismo e Eccesso di sicurezza: l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità può portare a sottovalutare i rischi e a sopravvalutare le proprie conoscenze. Per l’investitore: mantenere un atteggiamento umile e realistico, riconoscendo i limiti delle proprie previsioni.
Prendendo quindi spunto dal libro “Pensieri lenti e veloci” si ottiene una preziosa chiave di lettura per comprendere i processi decisionali, in particolare per quanto riguarda l’ambito finanziario. Per gli investitori, la conoscenza dei bias, delle euristiche e delle trappole della mente descritte da Kahneman rappresenta un vantaggio competitivo, permettendo di prendere decisioni più consapevoli, razionali e, in definitiva, più profittevoli.
Nei prossimi articoli si cercherà di entrare più nel dettaglio con aneddoti ed esempi di vita quotidiana e scelte tra varie opzioni che aiutano a capire come a volte l’approccio del pensiero sia fallace nella sostanza, contrariamente alla convinzione di cogliere la soluzione migliore.
Ecco un elenco di capitoli e paragrafi da attenzionare, alcuni concetti potranno essere a volte impegnativi, ma di sicuro interesse per gli amanti della psicologia che sta dietro alle valutazioni dell’investitore, per nulla scontati e banali:
Parte I: I Due Sistemi
- Capitolo 1: I personaggi della storia: Introduce i concetti di Sistema 1 (pensiero veloce, intuitivo) e Sistema 2 (pensiero lento, razionale) e come questi interagiscono nelle nostre decisioni, anche quelle finanziarie.
Parte II: Euristiche e bias
Questa sezione è fondamentale per gli investitori. Esplora le scorciatoie mentali (euristiche) utilizzate per semplificare situazioni complesse e i bias cognitivi che ne derivano, distorsioni sistematiche che conducono a errori di giudizio e decisioni irrazionali.
- Capitolo 2: L’attenzione e lo sforzo: Spiega come il Sistema 2, che richiede sforzo cognitivo, venga spesso scavalcato dal Sistema 1, più impulsivo. Per l’investitore: Essere consapevoli di questo meccanismo è fondamentale per non cedere a decisioni affrettate.
- Capitolo 4: Il meccanismo associativo: Illustra come la nostra mente crei connessioni tra idee ed eventi, influenzando la nostra percezione della realtà. Per l’investitore: Comprendere come le associazioni mentali (ad esempio, tra un’azienda e il suo settore) possano influenzare le nostre valutazioni.
- Capitolo 5: La fluidità cognitiva: Analizza come la facilità con cui elaboriamo informazioni influenzi la nostra fiducia nei giudizi. Per l’investitore: Diffidare di informazioni troppo semplici o facili da elaborare, potrebbero nascondere insidie.
- Capitolo 10: La legge dei piccoli numeri: Spiega come tendiamo a trarre conclusioni affrettate da campioni di dati limitati. Per l’investitore: Non basare le decisioni su un numero esiguo di casi o esperienze personali, ma cercare dati statistici solidi.
- Capitolo 11: Ancore: Illustra come un punto di riferimento iniziale, anche se arbitrario, possa influenzare le nostre stime. Per l’investitore: Essere consapevoli dell’effetto ancoraggio quando si valutano prezzi, previsioni di mercato, ecc.
- Capitolo 12: La scienza della disponibilità: Spiega come la facilità con cui ricordiamo esempi di un evento influenzi la nostra percezione della sua probabilità. Per l’investitore: Evitare di farsi condizionare da notizie recenti o facilmente ricordabili, che potrebbero distorcere la percezione del rischio.
- Capitolo 14: Tom W. Illustra l’euristica della rappresentatività, ossia la tendenza a valutare la probabilità di un evento in base alla sua somiglianza con uno stereotipo. Per l’investitore: Evitare di basare le decisioni di investimento su stereotipi o su somiglianze superficiali con altri casi.
- Capitolo 17: Regressione verso la media: Spiega come, dopo un evento eccezionale, sia più probabile un ritorno a valori medi. Per l’investitore: Comprendere la regressione verso la media per evitare di attribuire eccessiva importanza a performance passate straordinarie (positive o negative).
- Capitolo 19: L’illusione di comprensione: Analizza come tendiamo a costruire narrazioni coerenti per spiegare eventi passati, sopravvalutando la nostra capacità di previsione. Per l’investitore: Riconoscere i limiti della propria capacità predittiva ed evitare di farsi ingannare da facili illusioni di controllo.
- Capitolo 20: L’illusione di validità: Illustra come la sicurezza nelle proprie capacità predittive non sia sempre correlata all’accuratezza delle previsioni. Per l’investitore: Mantenere un sano scetticismo verso le proprie previsioni e quelle degli altri, soprattutto se basate su intuizioni o su un’eccessiva fiducia in sé stessi.
- Capitolo 27: L’effetto dotazione: Spiega come tendiamo ad attribuire un valore maggiore a ciò che possediamo, solo per il fatto di possederlo. Per l’investitore: Essere consapevoli di questo effetto per evitare di rimanere ancorati a investimenti in perdita solo per la riluttanza a venderli.
Parte III: L’eccessiva sicurezza
- Capitolo 21: Intuizioni contro formule: Confronta il giudizio intuitivo con quello basato su algoritmi e regole statistiche, evidenziando i vantaggi di quest’ultimo in termini di accuratezza predittiva. Per l’investitore: Considerare l’utilizzo di modelli quantitativi e strategie di investimento basate su regole per mitigare l’influenza di bias ed emozioni.
- Capitolo 24: La fallacia della pianificazione: Spiega come tendiamo a essere eccessivamente ottimisti nella pianificazione, sottovalutando tempi, costi e rischi. Per l’investitore: Adottare un approccio più realistico nella valutazione delle opportunità di investimento, considerando i possibili ostacoli e imprevisti.
Parte IV: Le scelte
Questa sezione è cruciale per comprendere come prendiamo decisioni in condizioni di incertezza.
- Capitolo 26: La prospect theory: Introduce la prospect theory, un modello alternativo alla teoria dell’utilità attesa che descrive come le persone prendono decisioni in situazioni di rischio, tenendo conto dell’avversione alla perdita e della ponderazione distorta delle probabilità. Per l’investitore: Comprendere come la prospect theory spieghi comportamenti finanziari come l’eccessivo trading o la tendenza a vendere troppo presto i titoli vincenti.
- Capitolo 29: Lo schema a quattro celle: Analizza le diverse reazioni al rischio in base al fatto che si tratti di potenziali guadagni o perdite e che le probabilità siano elevate o basse. Per l’investitore: Riconoscere i propri schemi di comportamento nelle diverse situazioni per prendere decisioni più consapevoli.
- Capitolo 32: Segnare i punti: Spiega come spesso le decisioni finanziarie siano guidate dalla ricerca di conferme positive al proprio ego piuttosto che dalla massimizzazione del profitto. Per l’investitore: Essere consapevoli di questo meccanismo per evitare di prendere decisioni irrazionali motivate da orgoglio o paura di ammettere i propri errori.
- Capitolo 34: I frame (cornici) e la realtà: Illustra come la formulazione di un problema possa influenzare le nostre scelte, anche a parità di risultato atteso. Per l’investitore: Essere critici nel valutare come le informazioni finanziarie vengono presentate, cercando di inquadrare il problema da diverse prospettive.
Parte V: I due sé
- Capitolo 36: La vita come storia: Spiega come la nostra memoria degli eventi sia influenzata da picchi emotivi e dalla conclusione dell’esperienza. Per l’investitore: Essere consapevoli di come la memoria selettiva possa distorcere la valutazione di esperienze finanziarie passate.
- Capitolo 38: Riflessioni sulla vita: Analizza la discrepanza tra le nostre esperienze reali e il modo in cui le ricordiamo, e come questa influenzi la nostra percezione della felicità. Per l’investitore: Riflettere su come le proprie esperienze finanziarie (positive e negative) vengano elaborate dalla memoria e come questo possa influenzare le scelte future.
Il Sistema 1 e il Sistema 2: una mente in due
La nostra mente funziona in due modi, come due sistemi distinti: il Sistema 1 e il Sistema 2.
Il Sistema 1 è primitivo, automatico e inconsapevole. È sempre attivo, impulsivo e veloce, influenzato dalle emozioni e dall’intuito. Gestisce più compiti contemporaneamente, richiede poca energia e attribuisce un significato immediato a tutto ciò che ci circonda.
Il Sistema 2 è l’opposto. Consapevole, razionale e metodico, è lento e richiede molta energia. Non può gestire più processi contemporaneamente e non è in grado di controllare completamente il Sistema 1. Inoltre, è pigro e si attiva solo se incentivato o se il Sistema 1 fornisce una risposta sbagliata.
La pigrizia del Sistema 2 è evidente in situazioni come il problema della palla e della mazza da baseball. Il Sistema 1 fornisce una risposta rapida e intuitiva, ma errata. Il Sistema 2, se non sollecitato, non si attiva e non corregge l’errore.
Il Sistema 1 è facilmente influenzabile e può essere manipolato tramite lo storytelling. Mentre il Sistema 2 è impegnato nella logica della storia, il Sistema 1 viene influenzato dalla morale. La stanchezza, l’ubriachezza e lo sforzo mentale indeboliscono il Sistema 2, rendendo il Sistema 1 più vulnerabile.
In sostanza, la nostra mente non è così razionale come potremmo pensare. Il Sistema 1, seppur primitivo, ha un grande potere e può influenzare le nostre decisioni in modo significativo.
Esempi pratici dal punto di vista dell’investitore: differenze tra S1 ed S2
Esempio 1: Investire in una Bolla Speculativa (Sistema 1)
Quando i mercati salgono rapidamente, c’è spesso un forte impulso a “non restare indietro”, specialmente quando si percepisce che il prezzo di un asset (come le criptovalute o le azioni di una startup di tendenza) continua a crescere. In questa situazione, il Sistema 1 entra in gioco con decisioni impulsive, influenzate dalle emozioni (come il desiderio di non perdere un’opportunità) e dall’intuizione (pensando che “se tutti lo stanno facendo, deve essere giusto”).
Pratica: L’investitore può comprare azioni o criptovalute semplicemente perché vede altri farlo, senza un’analisi approfondita dei fondamentali. Questa è una reazione automatica e rapida che fa affidamento sul sistema intuitivo del cervello.
Errore tipico: L’investitore ignora segnali razionali (come il fatto che il prezzo stia salendo in modo insostenibile) e si lascia guidare dalla paura di perdere un’opportunità, non attivando il Sistema 2 per un’analisi più profonda.
Esempio 2: Valutazione di un Investimento Complesso (Sistema 2)
Quando si deve decidere se acquistare o vendere un investimento che non è immediatamente ovvio (come un’obbligazione corporate a lungo termine o un ETF diversificato), il Sistema 2 dovrebbe essere attivato. L’investitore ha bisogno di riflettere, analizzare i dati finanziari, confrontare scenari e considerare fattori come i tassi di interesse, l’andamento del settore e la valutazione complessiva.
Pratica: Un trader o un investitore esamina in modo metodico i bilanci, i flussi di cassa e le previsioni economiche. Solo dopo aver elaborato tutti questi dati in modo sistematico attiva il Sistema 2 per giungere a una decisione informata, che può comportare l’acquisto o la vendita di un asset.
Errore tipico: L’investitore potrebbe essere tentato di semplificare la questione affidandosi solo a intuizioni rapide o a raccomandazioni di “esperti” (Sistema 1), ignorando un’analisi più approfondita che il Sistema 2 potrebbe suggerire.
Esempio 3: Reazione alle Perdite (Sistema 1 vs Sistema 2)
Immagina un trader che ha appena subito una perdita significativa su una posizione. Il Sistema 1, primitivo e emotivo, tende a reagire impulsivamente cercando di “recuperare” la perdita il più rapidamente possibile, magari aprendo nuove posizioni rischiose senza un’adeguata analisi, nel tentativo di minimizzare il dolore psicologico della perdita.
Pratica: Un trader che ha perso denaro potrebbe essere tentato di entrare in una nuova operazione con l’idea di “recuperare subito” la perdita, senza prendere il tempo di analizzare la situazione o di sviluppare una strategia di rischio razionale (Sistema 2).
Errore tipico: La gestione delle emozioni gioca un ruolo cruciale in questo scenario. Il Sistema 1, spinto dalla paura e dalla frustrazione, può far prendere decisioni avventate che possono peggiorare ulteriormente la situazione. Il Sistema 2, che richiede una riflessione più razionale e il distacco emotivo, è in grado di esaminare il rischio in modo più sistematico.
Esempio 4: Effetto Ancoraggio nelle Valutazioni (Sistema 1)
L’effetto ancoraggio è un fenomeno psicologico in cui le decisioni di un investitore sono influenzate da informazioni iniziali, che fungono da “ancora”. Per esempio, un trader che vede una determinata azione a 100€ potrebbe considerarla “sottovalutata” se il prezzo è sceso a 90€, anche se la valutazione complessiva dell’azienda non giustifica quel prezzo.
Pratica: Se un investitore ha acquistato un’azione a 100€ e ora è scesa a 90€, il Sistema 1 potrebbe spingerlo a mantenerla nella speranza di recuperare il valore perso, ignorando un’analisi più approfondita sulla situazione dell’azienda o del mercato.
Errore tipico: L’ancoraggio può portare a decisioni irrazionali. Il Sistema 1 spinge a concentrarsi troppo sul prezzo di riferimento, mentre il Sistema 2 sarebbe necessario per esaminare i fondamentali dell’azienda e capire se è veramente il caso di mantenere l’investimento.
Esempio 5: Sfruttare lo Storytelling per Influenzare le Decisioni (Sistema 1)
Nel trading e negli investimenti, spesso si fanno raccomandazioni basate su storie o narrazioni attraenti, come quella di un’azienda che ha “cambiato il mondo” o di una criptovaluta che sta per “esplodere”. Queste storie possono manipolare il Sistema 1, che si lascia influenzare dalla narrativa emotiva.
Pratica: Un investitore potrebbe acquistare un’azione di una startup emergente perché ha letto una storia entusiastica su come potrebbe “cambiare il mercato” o “rivoluzionare” un settore, senza fare una valutazione critica.
Errore tipico: La narrativa può offuscare la logica e la razionalità. Il Sistema 1 può spingere a credere a una storia coinvolgente senza interrogarsi su dati oggettivi o rischi reali, mentre il Sistema 2 sarebbe più incline a chiedersi: “È davvero un investimento solido?”
In sintesi, comprendere il ruolo del Sistema 1 e del Sistema 2 nelle decisioni di investimento può aiutare gli investitori a fare scelte più informate, riducendo il rischio di cadere in errori emotivi o impulsivi. Mentre il Sistema 1 è veloce, ma spesso fallibile, il Sistema 2, se attivato, aiuta a prendere decisioni più ponderate e razionali.
Spiegazione dei bias principali che possono fare la differenza nelle scelte consapevoli
Disponibilità delle informazioni
La disponibilità delle informazioni, ovvero la facilità con cui possiamo accedere a determinate informazioni, ha un’influenza significativa sulle nostre decisioni. Tendiamo a credere che gli incidenti automobilistici siano molto più frequenti rispetto agli incidenti in bicicletta, semplicemente perché sentiamo parlare più spesso dei primi. Allo stesso modo, sovrastimiamo le probabilità di attacchi di squalo poiché tali eventi fanno sempre notizia.
Inoltre, siamo inclini a ricordare e sottolineare i nostri sforzi e le nostre attività, rendendole più rilevanti rispetto a quelle degli altri. Questo fenomeno può causare dispute sul lavoro o nelle relazioni personali, poiché tendiamo a sottostimare le attività degli altri.
Esempi di disponibilità:
1. Paura degli squali: dopo aver visto notizie di attacchi di squalo, potremmo sovrastimare la probabilità che ciò accada a noi, anche se è un evento estremamente raro.
2. Decisioni basate su esempi recenti: se chiedi a una persona di elencare 5 occasioni in cui ha svolto un lavoro eccezionale, alla fine dell’elenco, quella persona si considererà più competente di quanto farebbe normalmente. Tuttavia, se le chiedi di elencare 10 occasioni, la stessa persona si considererà meno competente poiché diventa difficile trovare così tanti esempi.
Comodità cognitiva
I concetti chiari e tangibili sono più facilmente assimilabili rispetto a quelli astratti. Ad esempio, dire che “1 automobilista su 1.000 avrà un incidente grave quest’anno” è più impattante rispetto a “lo 0,1% degli automobilisti avrà un incidente grave”, perché la prima frase è più visualizzabile e concreta.
Alcuni esempi pratici relativi agli investimenti che illustrano i concetti di disponibilità delle informazioni e comodità cognitiva:
Disponibilità delle informazioni:
1. Paura del crollo del mercato
– Dopo aver visto notizie di crolli del mercato azionario, come la crisi finanziaria del 2008, gli investitori potrebbero sovrastimare la probabilità che accada nuovamente a breve termine, anche se gli eventi di tale portata sono relativamente rari.
– Questo può portare gli investitori a evitare il mercato azionario o a vendere le proprie azioni, anche se non ci sono indicatori concreti di un crollo imminente.
2. Decisioni basate su esempi recenti:
– Se chiedi a un investitore di elencare 5 azioni che hanno avuto un rendimento eccezionale nell’ultimo anno, alla fine dell’elenco, quell’investitore si sentirà più fiducioso nel proprio portafoglio. Tuttavia, se gli chiedi di elencare 10 azioni, potrebbe sentirsi meno fiducioso perché diventa difficile trovare così tanti esempi di successo.
– Questo può influenzare le decisioni di investimento, portando l’investitore a sottostimare il rischio e a sovrastimare la propria competenza.
Comodità cognitiva
1. Comunicazione dei rendimenti
– Dire che “1 investitore su 100 perderà il 10% del proprio capitale quest’anno” è più impattante rispetto a “l’1% degli investitori perderà il 10% del proprio capitale”, perché la prima frase è più visualizzabile e concreta.
– Gli investitori potrebbero reagire in modo più emotivo alla prima formulazione, prendendo decisioni basate sulla paura piuttosto che su una valutazione razionale dei rischi.
2. Descrizione dei rischi:
– Dire che “20 su 100 azioni in questo fondo potrebbero non performare bene” è più impattante rispetto a “il 20% delle azioni in questo fondo potrebbe non performare bene”, poiché la prima frase evoca un’immagine mentale più chiara.
– Questo può portare gli investitori a essere più cauti e a evitare investimenti in fondi che presentano tale rischio, anche se il rischio è accettabile nel contesto di una strategia di portafoglio diversificata.
Questi esempi dimostrano come la disponibilità delle informazioni e la comodità cognitiva possano influenzare le decisioni di investimento. La chiarezza e la semplicità nella comunicazione delle informazioni sono fondamentali per aiutare gli investitori a prendere decisioni informate e razionali.
In sintesi, la disponibilità delle informazioni e la facilità con cui possiamo richiamarle alla mente influenzano profondamente le nostre percezioni e decisioni. Questo ci porta a fare valutazioni e previsioni basate su un insieme limitato di dati, spesso portandoci a conclusioni errate.
WYSIATI (What you see is all there is: quello che vedi è tutto quello che c'è)
Il concetto di WYSIATI, mette in luce una delle limitazioni fondamentali del nostro processo decisionale. In sostanza, WYSIATI descrive come tendiamo a basare le nostre scelte su una quantità ristretta di informazioni, spesso ignorando un ampio spettro di dati disponibili.
Esempi pratici
1. Esperienze mediche: durante interventi chirurgici o procedure dolorose, i pazienti si concentrano principalmente sui momenti di maggiore intensità del dolore e sulla fine dell’operazione. Questo fenomeno è noto come la “peak and end rule”. Significa che la nostra valutazione complessiva dell’esperienza si basa su questi due picchi, piuttosto che su una visione più completa dell’intero evento. Di conseguenza, le esperienze negative o positive sono distorte dalla nostra memoria selettiva.
2. Donazioni per disastri ambientali: il disastro Exxon Valdez fece attivare campagne di raccolta fondi che presentavano vari numeri riguardo agli uccelli da salvare: da poche migliaia a qualche milione. Nonostante queste differenze significative, la media delle donazioni rimase sorprendentemente costante (tra 78 e 88 dollari). Questo dimostra che, indipendentemente dall’entità del problema presentato, la nostra reazione emotiva e decisionale non si basa su una comprensione completa della situazione, ma piuttosto su informazioni immediate e facilmente accessibili.
Implicazioni di WYSIATI
1. La nostra mente tende a semplificare decisioni complesse, spesso a scapito di una valutazione accurata. Questo porta a conclusioni affrettate e a decisioni potenzialmente errate.
2. Facilità di accesso alle informazioni: la disponibilità dell’informazione influenza profondamente le nostre decisioni. Ad esempio, eventi che ricevono una copertura mediatica intensa, come disastri aerei, vengono sovrastimati in termini di probabilità, mentre eventi più comuni ma meno discussi, come malattie diffuse, vengono sottovalutati.
3. Necessità di una valutazione critica: per migliorare il processo decisionale, è essenziale adottare un approccio più critico e riflessivo. Ciò implica cercare attivamente informazioni più complete e considerare prospettive diverse, piuttosto che affidarci esclusivamente a ciò che appare immediatamente evidente.
Esempi pratici adattati agli investimenti
1. Concentrazione su performance recenti:
– Un investitore vede che una determinata azione ha avuto una performance eccezionale negli ultimi tre mesi e decide di investire tutto il proprio capitale in quella singola azione, senza considerare la storia a lungo termine dell’azienda o l’andamento complessivo del mercato. Questo perché si basa solo sulle informazioni recenti e facilmente disponibili, ignorando altre dati rilevanti.
– Impatto: questo può portare a decisioni impulsive e rischiose, poiché l’investitore non considera la possibilità di fluttuazioni future o di eventi imprevisti che potrebbero influenzare negativamente la performance dell’azione.
2. Reazione alle notizie di mercato:
– Dopo aver letto articoli che predicono un imminente crollo del mercato, un investitore decide di vendere tutte le proprie azioni per evitare perdite. Anche se ci sono altre analisi che suggeriscono che il mercato potrebbe recuperare rapidamente, l’investitore si basa esclusivamente sulle notizie più recenti e allarmanti.
– Impatto: questa reazione può portare a vendite affrettate e potenziali perdite, poiché l’investitore non prende in considerazione una visione più equilibrata e completa della situazione economica.
3. Focus su eventi spettacolari:
– Un investitore viene influenzato da notizie sensazionali su guadagni straordinari ottenuti da altri investitori con criptovalute. Ignorando la volatilità e i rischi associati, decide di investire una grande quantità di denaro in criptovalute, basandosi solo sugli esempi spettacolari presentati nei media.
– Questa decisione può portare a perdite significative se il mercato delle criptovalute subisce una flessione improvvisa, poiché l’investitore non ha considerato tutte le informazioni disponibili e ha sovrastimato la probabilità di ottenere guadagni straordinari.
Implicazioni di WYSIATI negli investimenti
1. Semplificazione delle decisioni complesse:
– Gli investitori tendono a basare le loro decisioni su informazioni immediate e facilmente disponibili, ignorando dati aggiuntivi che potrebbero fornire una visione più completa e accurata.
2. Facilità di accesso alle informazioni:
– La disponibilità delle informazioni nei media influenza profondamente le decisioni degli investitori. Eventi spettacolari e notizie sensazionali ricevono maggiore attenzione, portando gli investitori a sovrastimare la loro importanza e probabilità.
3. Necessità di una valutazione critica:
– Per migliorare il processo decisionale, gli investitori devono adottare un approccio più critico e riflessivo, cercando attivamente informazioni più complete e considerando diverse prospettive. Questo può ridurre l’influenza del bias WYSIATI e portare a decisioni di investimento più equilibrate e informate.
In sintesi, WYSIATI ci avverte di una delle trappole più insidiose del pensiero umano: la tendenza a limitare la nostra visione e a prendere decisioni basate su informazioni parziali. Riconoscere questo bias è il primo passo verso decisioni più informate e consapevoli, che tengano conto della complessità delle situazioni che affrontiamo quotidianamente.
Less is more
Il principio “Less is more” è rilevante anche nel mondo del marketing e delle decisioni umane. Prendere decisioni è più semplice quando si hanno poche informazioni, perché il nostro Sistema 2, quello razionale e metodico, non riesce a elaborare troppe informazioni contemporaneamente. Quando il carico di input è eccessivo, il Sistema 2 si confonde e commette errori.
Esempi pratici che illustrano come il principio “Less is more” possa essere applicato agli investimenti in strumenti azionari delle borse:
1. Diversificazione del portafoglio:
– Troppa diversificazione: un investitore decide di acquistare azioni di molte aziende diverse per ridurre il rischio. Tuttavia, finisce per seguire troppe società, rendendo difficile monitorare le performance e gestire il portafoglio in modo efficace.
– Meno è più: un altro investitore sceglie di diversificare il portafoglio acquistando azioni di un numero limitato di aziende solide e ben consolidate, che rappresentano diversi settori economici. Questo consente di ridurre il rischio mantenendo comunque una gestione più semplice ed efficiente.
2. Analisi delle azioni:
– Troppa analisi: un investitore utilizza una miriade di indicatori e metriche per analizzare le azioni, cercando di trovare il momento perfetto per comprare o vendere. Questo porta a una “paralisi da analisi” e a decisioni ritardate.
– Meno è più: un altro investitore si concentra su poche metriche chiave, come il rapporto prezzo/utili (P/E), il rendimento del capitale proprio (ROE) e il flusso di cassa libero, per valutare le azioni. Questa approccio semplificato consente di prendere decisioni più rapide ed efficaci.
3. Strategia di investimento:
– Troppa complessità: un investitore sviluppa una strategia di investimento molto complessa, con regole intricate per l’acquisto e la vendita di azioni. Questo rende difficile seguire la strategia e porta a errori operativi.
– Meno è più: un altro investitore adotta una strategia di investimento semplice, come il “buy and hold” (compra e tieni), acquistando azioni di aziende solide e mantenendole nel lungo termine. Questa strategia riduce il numero di transazioni e i costi associati, migliorando i rendimenti complessivi.
4. Comunicazione finanziaria:
– Troppa informazione: un consulente finanziario fornisce ai propri clienti una quantità eccessiva di informazioni e dati, confondendo i clienti e rendendo difficile comprendere le raccomandazioni.
– Meno è più: un altro consulente finanziario fornisce informazioni chiare e concise, concentrandosi sui punti chiave e sulle raccomandazioni più importanti. Questo approccio aiuta i clienti a prendere decisioni informate e a sentirsi più sicuri dei propri investimenti.
Questi esempi dimostrano come il principio “Less is more” possa essere applicato con successo agli investimenti in strumenti azionari, migliorando l’efficacia delle decisioni e semplificando la gestione del portafoglio.
Troppe informazioni possono essere controproducenti!
Sebbene sia più facile a dirsi che a farsi, il principio “Less is more” ci ricorda che, spesso, la semplicità e la chiarezza sono la chiave per prendere decisioni accurate ed efficaci.