27 dicembre 2025
(a cura di Fernando Ciapparoni)
In che tipo di mercato sono validi i certificati di investimento
È opinione diffusa che i certificati di investimento a capitale condizionatamente protetto siano un perfetto investimento con mercati laterali, rialzisti o leggermente ribassisti.
Nel caso di mercato rialzista l’autocall tende a restituirci il nostro investimento rapidamente, permettendoci di cercare un nuovo cavallo su cui investire. Un mercato stabile ci consente di guardare i nostri investimenti con leggerezza, passando alla cassa mensilmente per lo stacco delle cedole, un po’ come le nostre utilities con le bollette. In un mercato leggermente ribassista, l’autocall stepdown tende a far tenere il prezzo al nostro portafoglio, cercando di riavvicinare, più o meno velocemente, il livello di barriera autocall con il prezzo dei sottostanti in discesa.
Ma, in caso di mercati decisamente avversi, non c’è low strike o airbag che tenga. L’unico strumento per gestire un repentino drawdown dei sottostanti sono i certificati sugli indici, oggetto di questo articolo.
Gli Indici sono resilienti, perché?
Gli indici sono sottostanti assai più resilienti rispetto ai titoli azionari. Mentre per un titolo del nostro indice MIB40 fare -40% è possibile, e, statistiche alla mano almeno un paio l’anno lo fanno, che l’indice faccia -40% è molto più difficile, possibile, ma statisticamente meno probabile. Vorrebbe dire che “mediamente”, con gli opportuni coefficienti dovuti al peso di ciascun titolo dell’indice, ognuno dei titoli dell’indice dovrebbe scendere del 40%.
Per tali motivi questo tipo di strumenti sono ritenuti i più protettivi fra i certificati a capitale condizionatamente protetto.
Basket di Riferimento
Che io ricordi, non trovo esempi di certificati con indici classici scoppiati, mentre qualcuno con i settoriali si, un buon motivo per acquistarli 😊.
In questo momento ci sono circa 750 certificati su indici di vario tipo. Facendo un carotaggio su Cedlab ne ho estratti 112 selezionando alcuni (non tutti) degli indici utilizzati.
Ho fatto una personale suddivisione degli indici sottostanti in classici, settoriali e derivati.
Gli indici classici sono in generale i più solidi, e pertanto il rendimento di certificati a capitale condizionatamente protetto con solo questi indici avrà, di solito, payoff più basso.
Per aumentare il payoff dei certificati sugli indici, spesso gli emittenti affiancano agli indici classici degli indici settoriali, che per la loro tipicità, hanno volatilità più elevata e consentono di dare un payoff complessivo più alto. Eccone alcuni inclusi nei certificati che abbiamo selezionato:
Inoltre, vi sono indici il cui andamento non è lineare con il sottostante ma sono anch’essi un prodotto derivato:
Quest’ultimi sono stato il cavallo di battaglia del 2024 e della prima metà del 2025 e meritano un trattamento diverso. Essendo per natura derivati, hanno una variabilità più significativa e, di contro, un payoff generalmente più alto. Non tutti gli Emittenti hanno nel loro portafoglio questi sottostanti, ad oggi solo Leonteq ed EFG, che di fatto utilizza strutture Leonteq apponendo il loro marchio, (e la loro credibilità in termini di rating – Fitch A con outlook stabile -) e pertanto a parità di struttura daranno un payoff più basso. La qualità è un valore e si paga, sempre. Due strutture uguali con payoff diverso devono sempre farvi venire il dubbio: l’emittente è tirchio (spesso) o c’è un diverso valore dietro (talvolta)?
Di seguito alcune strutture delle varie tipologie.
Emittenti di certificati sugli indici
Chi sono i protagonisti di questa fetta di mercato? Di seguito la distribuzione dei 750 certificati attualmente in circolazione:
Come potete notare, c’è chi fa la parte del leone nelle emissioni di questo tipo di certificati.
In realtà, se li andaste a guardare “uno per uno” come ho fatto io, vi accorgerete che quelli che hanno un senso (almeno per me) sono davvero pochi, ma quelli buoni vanno assolutamente tenuti in portafoglio. Di seguito la tabella con i 112 selezionati:
Proseguendo con l’analisi, ho trovato le seguenti soluzioni:
Attenzione: è probabile che in un certificato softcall sugli indici, se a basso payoff, possa esserci un rischio non percepito. Infatti, se il mercato risale, l’emittente potrebbe scegliere (e lo fa) di mettere il certificato in bid only. In questo caso resteremmo incastrati in un prodotto che ci rende poco con un mercato che sale con il rischio di tenerlo in portafoglio per una vita.
Come avrete sicuramente notato in questi mesi, non vi sono state emissioni di nuovi certificati su indici derivati da un bel po’. Quelli di vecchia emissione, ed in molti li hanno cavalcati, stanno sparendo progressivamente per via delle scadenze/richiami. Restano a mio avviso, pochi cavalli buoni, a breve scadenza, che troverete nella lista
Segmentazione per Buffer/Tipo
I 112 certificati li ho segmentati nel modo seguente:
- Per Buffer >15%, >20%, >25%, >30%, >35%, >40%, >45%
- Airbag
- Softcall
Qui (link al file excel) la lista completa in Excel dei 112 certificati segmentati per buffer. Come al solito il rendimento annuo in blu è ricalcolato sulla chiusura di martedì 23 dicembre 2025, i certificati sono ordinati per scadenza crescente e hyperlinkati su Cedlab.
Qui (link al file excel) la lista completa in Excel dei 112 certificati scelti segmentati per Worst Of per opportune analisi. Come al solito il rendimento annuo in blu è ricalcolato sulla chiusura di martedì 23 dicembre 2025, i certificati sono ordinati per scadenza crescente e hyperlinkati su Cedlab.
Buon gain a tutti.
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