Il risk management negli investimenti finanziari è un processo fondamentale per identificare, analizzare e mitigare i rischi associati a diverse tipologie di asset, come azioni, obbligazioni, derivati, fondi/sicav, ETF e commodities. Questo processo varia in base all’orizzonte temporale dell’investimento, che può essere di una giornata, qualche settimana o qualche mese, infine anni, il cosiddetto lungo termine.
Orizzonte Temporale
- Giornaliero: gli investitori a breve termine, come i day trader, devono monitorare costantemente i mercati. Rischi elevati sono associati a movimenti rapidi dei prezzi, mentre opportunità possono emergere da fluttuazioni quotidiane.
- Settimanale: un orizzonte di qualche settimana permette di sfruttare tendenze a breve termine. Qui, il rischio è moderato, poiché si possono applicare strategie di stop-loss per limitare le perdite.
- Mensile: gli investimenti a lungo termine tendono a ridurre il rischio complessivo, permettendo di capitalizzare le opportunità di crescita e gestire le fluttuazioni del mercato.
- Diversi anni: il cosiddetto lunghissimo termine, molto più adottato nei mercati anglosassoni rispetto a quelli domestici.
Propensione al Rischio
La propensione al rischio di un investitore influisce sulla scelta degli asset:
- Azioni: potenzialmente ad alto rendimento, ma con alta volatilità.
- Obbligazioni: offrono rendimenti più stabili e sono meno rischiose.
- Derivati: strumenti complessi che possono amplificare sia i guadagni che le perdite.
- Fondi ed ETF: diversificazione che riduce il rischio rispetto all’acquisto di singole azioni.
- Commodities: investimenti influenzati da fattori di mercato e geopolitici.
Teorie di Probabilità – accenni
Il rapporto rischio-rendimento è cruciale nella decisione d’investimento. La Teoria dei Giochi, la Teoria di Nash, La Teoria Gauss e molti altri studiosi statistici del passato sono solo alcuni esempi che offrono spunti per analizzare le interazioni strategiche tra investitori, evidenziando come le decisioni altrui possano influenzare il proprio profitto. Queste teorie aiutano a formulare strategie ottimali, considerando il comportamento degli altri investitori e le probabilità associate a scenari futuri.
In sintesi, il risk management è essenziale per un investimento consapevole, consentendo agli investitori di navigare tra rischi e opportunità in base alla loro propensione al rischio e all’orizzonte temporale delle proprie scelte finanziarie, oltre ad essere un elemento cruciale per massimizzare i guadagni e minimizzare le perdite. Le teorie di probabilità aiutano, forse meglio dire aiuterebbero gli investitori a prendere decisioni informate e a gestire i rischi in modo efficace, a cui andrebbe posta molta più attenzione di quanto attualmente risulta nella realtà, proprio perché l’aleatorietà degli investimenti è inalienabile, quindi bisogna anzitutto cercare di limitarne l’incidenza avversa, ancor prima del rendimento atteso.
Alcuni esempi, giusto a corollario per i neofiti…
Orizzonte Temporale
- Orizzonte Giornaliero
– Esempio: un day trader acquista azioni di una società tecnologica a $100 e, dopo aver monitoratoil mercato, le rivende a $105 nel corso della stessa giornata. Il rischio è elevato, poiché piccoli movimenti di prezzo possono portare a guadagni o perdite significative. Se il titolo scende a $95, il trader potrebbe subire una perdita di $5 per azione. - Orizzonte Settimanale
– Esempio: un investitore compra un ETF che segue un indice di mercato. Dopo aver osservato una tendenza di crescita nei primi giorni della settimana, decide di vendere a $120, dopo aver acquistato a $115. Utilizzando uno stop-loss a $113, limita le perdite nel caso in cui il mercato si muova contro
di lui. - Orizzonte Mensile/pluriennale
– Esempio: un investitore a lungo termine acquista obbligazioni a lungo termine con un rendimento annuo del 5%. Dopo sei mesi, decide di mantenere l’investimento, poiché prevede che i tassi di interesse rimarranno stabili. Qui, il rischio è più moderato, e il focus è sulla stabilità dei rendimenti
Propensione al Rischio
- Azioni
– Esempio: un investitore con alta propensione al rischio acquista azioni di startup. Se la startup cresce rapidamente, il valore delle azioni può raddoppiare, ma se fallisce, l’investitore potrebbe perdere tutto. La selezione delle azioni richiede uno sforzo e un impegno non indifferenti e non è che una parte del lavoro da fare per estrapolare il miglior rapporto rischio/rendimento, al di là della casualità, che ha sì il suo ruolo significativo, ma appunto per questo motivo occorre ridurre al minimo. Due esempi di distruzione di valore: Telecom e MPS, rispettivi colossi che non riprenderanno mai più quanto perso rispetto alle quotazioni passate, fallite nella sostanza, ma quotate tutt’ora nella forma regolamentare, come se tutto fosse a posto e non fosse successo nulla. - Obbligazioni
– Esempio: un investitore prudente sceglie di acquistare obbligazioni statali/societarie a basso rischio. Anche se i rendimenti sono inferiori rispetto alle azioni, l’investitore ha la sicurezza di un flusso di reddito stabile. - Derivati
– Esempio: un trader investe in opzioni call su un titolo che crede aumenterà di valore. Se il titolo sale, il trader può guadagnare in modo significativo, tuttavia perde l’intero investimento nell’opzione se lo strike + il premio pagato non vengono superati dalla quotazione dell’azione a scadenza. La complessità dei derivati è meritevole di approfondimenti, questa è una semplificazione estrema di rischio calcolato a priori. Essendo i derivati degli strumenti a leva, spesso vengono usati non per limitare, bensì per amplificare il rischio, ecco spiegato perchè ritenuti pericolosi, appunto per l’utilizzo improprio che se ne fa. - Fondi e ETF
– Esempio: un investitore moderato decide di investire in un fondo bilanciato, che contiene sia azioni che obbligazioni. Questa diversificazione aiuta a ridurre il rischio complessivo, poiché non dipende da un singolo asset, ma si tratta di una verità a metà, dimostrata in un approfondimento di un articolo precedente. - Commodities
– Esempio: un investitore acquista contratti long sul petrolio, in ogni caso strumenti rappresentativi del sottostante e non la commodity fisica, a meno che si tratti di un commerciante di petrolio attrezzato alla gestione dei barili reali, ritiro, trasporto, stoccaggio, consegna. Se il prezzo del petrolio sale, l’investitore realizza guadagni. Tuttavia, i fattori geopolitici possono influenzare drasticamente il prezzo, aumentando il rischio. Viceversa, è possibile coprirsi dal rischio di fluttuazione avversa ai propri interessi, utilizzando contratti forward, cioè contrattando prezzi fissati ad una determinata scadenza, forme assicurative per “blindare” il prezzo.
In conclusione, il risk management è essenziale per navigare nel mondo degli investimenti finanziari.